Con
Caligola che si è insediato ormai a pensione completa in un estate più
ricca d’entusiasmo che di pioggia, parlare oggi di riscaldamento
potrebbe far pensare a quello del pianeta, e invece no, perché
anticiclone permettendo, riscaldamento o vigilia che dir si voglia,
siamo finalmente alle porte del primo impegno ufficiale della
Fiorentina, e adesso, da qui alla partita con il Novara sarà solo
questione di stretching. E se da una parte si allungano i muscoli per
ridurne la tensione, dalla parte del tifoso, invece, si accorcia
l’attesa aumentando di pari passo la tensione, una sana eccitazione, a
parte la canicola prevista per le ore 18 di domani, che è lì a
dimostrare una scelta che non sembra invece poi così tanto sana, anche
se in realtà potrebbe nascondere un grido di dolore, una richiesta di
aiuto della Federazione, che attraverso il bollino rosso appiccicato
alla scelta dell’orario, nasconde anagrammandolo, il desiderio che
qualche buonanima possa chiamare il 118 e far ricoverare chi certe
scelte le prende probabilmente perché non si sente bene, in un gioco
comico di inadeguatezze al ruolo che un po’ mi ha ricordato quello che è
successo alle Olimpiadi quando durante la cerimonia di apertura le
Bermuda hanno sfilato in bermuda, che alla fine fa scopa con Abete e le
sue scelte da ebete. E a proposito di numeri, dopo quelli assegnati
sulle maglie, adesso è arrivato il momento di far tornare anche i conti
però, perché dopo tanti bei discorsi, è necessario alimentare
l’entusiasmo con il bel gioco e possibilmente con i risultati,
indispensabili a far crescere il montepremi dell’autostima e allo stesso
tempo a tenere lontani i parenti Viola di Abete, quelli per intendersi
sempre pronti a banchettare sulle disgrazie, quelli che ritrovano forza
nei momenti dolorosi come le sconfitte o gli infortuni, usati come
l’Ovomaltina per tornare a diffondere il vangelo di Mamma Ebete, gli
stessi che nei tempi morti dell’attesa di nuove sconfitte passano il
tempo a chiedersi se è nato prima l’Ovomaltina o la gallina. Non ci
resta quindi che fare gli auguri alla squadra perché possa ritrovare la
sua giusta collocazione, lassù dove per andare a respirare l’aria fine
dell’ambizione, è necessario prendere gli stessi impianti di risalita
che hanno riportato l’entusiasmo in alta quota, e la Bice grazie
all’aiuto questa volta di un linguaggio dell’immagine più aulico, di uno
scatto sensibile che usa i toni morbidi e ricercati della poesia, ci
mostra come il popolo Viola sia disposto ad aprire la porta della
passione firmando in bianco il proprio attaccamento alla maglia. E per
rappresentare il primo appuntamento stagionale, la Bice ha scelto non a
caso una figura abbastanza stagionata, quel primo impegno ufficiale che
ormai è lì a fare capolino.
Dall'Africa al ponte alle Grazie
RispondiEliminacaro Pollock
nessuno
ha avuto la grazia di lasciare un commento sul tuo topic di oggi e mi
pare un sacrilegio,soprattutto per la foto,che mi proietta
immediatamente contro ogni forma di iconoclastia.
Lele
E siamo un po' vagabondi, i'cardo infuria, i'pen(drive) ci manca, e la pagina la resta bianca.
RispondiElimina