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sabato 3 ottobre 2015

Con il senso dell'anticipo di Passarella

Stamani prima di andare a comprare l’uva dal mio spacciatore passo dal carrozziere a ritirare la macchina. L’ho fatta riverniciare di Viola con inserti tricolore. Voglio essere pronto. Tutto questo mio grande senso dell’anticipo è dovuto a quei "Se in giro ti succede qualcosa" e a quei "Se arriva qualcuno in casa" di mia mamma, se ho passato l'infanzia sulla soglia, vestito bene. Meglio una mamma così comunque che certi babbi cattivi. Ed è proprio per colpa loro se i figli poi attaccano striscioni alle cancellate dello stadio. Secondo gli studiosi, tali comportamenti si riconducono al rapporto con genitori di questo tipo, di quelli,  insomma, che invece di raccontare storie per far dormire i figli, raccontano la loro giornata lavorativa. Gli stessi babbi che se la vittoria dello scudetto non esce sul televideo, non è successo niente, malgrado io abbia strombazzato tutto il giorno con la macchina Viola, gli inserti tricolore, e il bandierone che sventola dal finestrino. Intanto mi sono piombati in casa quelli del bicchiere mezzo vuoto, una sorta di Guardia di Finanza dell’Umore, una task-force che verifica se c’è ottimismo anche quando si subisce gol da Quagliarella. Calcolano attraverso studi di settore la percentuale di alcol nel sangue in proporzione alle dichiarazioni circa la vittoria dello scudetto. Le verifiche sono semplici, ti costringono a lanciarti giù da una rupe in modo da constatare, a quel punto, se in tutto quel tuo ottimismo è possibile anche volare. Nella loro rigidità umorale, in questo tipo di atteggiamento contraddistinto da una forte positività, la prova deve essere fatta ovviamente senza l’uso del paracadute. Alla fine dei controlli si sono congedati con lo “Spero di rivederla” più sincero. Quello detto prima di morire. Per ringraziarli del pensiero gentile, viceversa, la mia raccomandazione è stata quella di non abbattersi se in qualche partita si dovesse spegnere la luce. Anzi, quando succederà, che non gli venga mai in mente di fare degli scippi. Sarà stata la mia maniacale ricerca della perfezione dell’ottimismo ad attirare questi controlli. Ci sono certe donne infatti che sono pure belle nei selfie, ma le fregano gli sfondi di bidet, ciabatte abbandonate, pavimenti con la fuga larga, tende orribili, nasi rossi e parrucche da pagliaccio vicino a sciarpe Viola. Alla fine sulla mia cartella è stato sottolineato in rosso una condizione ritenuta un’aggravante. Un aspetto che è stato definito “Ottimismo poetico”. Sul verbale è stata riportata anche una mia dichiarazione spontanea: “E poi ci siamo noi poeti, che volteggiamo sui sospiri e i prati ricoperti di rugiada, e potendo scegliere, mai su un campo minato”.





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