Domenica potremo realizzare finalmente il sogno di tutti quei tifosi romanisti che da bambini volevano fare l’astronauta. Oggi che sono diventati adulti è giunto il momento di esaudire quella loro desiderio al grido di “Astronzi!”. Ci metterei anche Salah. E dopo la sconfitta di Napoli è arrivato anche il tempo di aggiornare la mappa delle nostre ambizioni. Altrimenti la mancanza di fiducia nella lotta per lo scudetto, somiglierà sempre di più a quei matrimoni dove il ristorante si trova in un posto sconosciuto a qualsiasi navigatore satellitare. Via quindi quel velo di tristezza sui volti che si leggeva quando prendevamo di punta Cognigni, quando ci siamo messi a fare la punta anche alle melanzane, forse inconsciamente per sottolineare meglio che stavamo prendendo una bella caponata. La versione più a sud della cantonata. Solo una coppia di via dell’Orto, dove le melanzane ce l’hanno a km zero, ci ha superato in freschezza della tristezza. Mi fanno una pena che mi si stringe il cuore quando vanno su YouPorn a commentare "Torna a casa bambina nostra, non è così che ti abbiamo cresciuta". Mentre il cuore mi si riempie di gioia quando vedo una squadra che mantiene la stessa capacità di fare possesso palla di quando ancora c’era Montella, in più ci vedo un’aggressività, una registrazione della fase difensiva, e una capacità di verticalizzare che quella di Vincenzo non aveva così efficace. Insomma, la vedo con occhi diversi questa nuova Fiorentina. Proprio come da quando ho saputo di gente che usa la crema per le mani per masturbarsi, guardo con occhi diversi chi usa il burro di cacao. Subito dopo la sconfitta ho incontrato la Beatrice dalle poppe grosse, e malgrado il mio grande entusiasmo e il proverbiale ottimismo, solo per lei non sono riuscito a trovare parole di conforto. Era in via Maffia e piangeva per la sconfitta dei Viola, avrei voluto consolarla, ma non aveva le scarpe abbinate alla borsa. Non sapevo cosa dirle. Oggi che siamo tutti più sereni perché anche più consapevoli della forza della squadra, ci tengo a precisare il perché di certi toni sarcastici usati negli editoriali dei giorni scorsi. Ve lo devo. Mi ero un po’ risentito perché vi eravate messi a fare tanto i sofisticati trovando pecche a destra e a manca, quando poi lo infilereste pure nel rotolo della carta igienica rivestito con una fetta di bresaola. Non sono un tipo che le manda dire, lo sa benissimo soprattutto la Rita quanto sono duro e diretto. In questo periodo che c’è stato il cambio di stagione gliel’ho cantata sul fatto della parità dei sessi. Altro che editoriali. Gli ho fatto presente che se lei voleva tutto l’armadio, io mi sarei preso tutta la sedia. Insomma, ho reagito così davanti a tutta quella vostra certezza che avremmo fatto male in questa stagione, mi sembrava ingiusto e ingeneroso, per me che invece ritengo necessario il congiuntivo perché è il modo usato per esprimere i dubbi. E forse i tifosi lo sbagliano spesso perché credono di non averne. E poi un tifoso davvero innamorato deve saper perdonare quando Cognigni ti compra Kalinic. Come del resto ho fatto ieri con la barista in Piazza San Felice, che aveva un brufolo enorme sul naso. Per non metterla a disagio gli ho guardato tutto il tempo le poppe.
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