.

.

lunedì 26 ottobre 2015

Orgoglio e pregiudizio

Niente di nuovo insomma, dalle stelle alle stalle, dall’esaltazione di Ilicic, Kalinic, Bernardeschi, la Fiorentina, i dirigenti, alla deportazione nei campi amari della cicoria. Una sconfitta che ho come l’impressione abbia dato una scossa positiva a quella parte di tifo che era rimasta spiazzata da questo inizio di campionato che non aveva rispettato le loro previsioni circa la raccolta della cicoria. Una magia come quella che trasforma un uomo troppo distrutto, a casa, per cambiare una lampadina, in un giovane stambecco a calcetto. Questo è il lato positivo di questa sconfitta, a chi invece continua a credere che la Fiorentina se la possa ancora giocare alla pari con tutti, oggi rimangono un po’ di recriminazioni. Perché la Roma che si piazza a 6 (Sei) dietro, non impedisce alla Fiorentina di costruire la bellezza di sei 6 (Sei) palle gol, di mettere ben 3 (Tre) volte un giocatore solo davanti al portiere, di fare il settantadue (72) per cento di possesso palla. E non pretendo certo che Firenze si unisca dopo una sconfitta ideale invece per drenare la frustrazione, e che può essere utilizzata per i “Io l’avevo detto”, piuttosto che “Kalinic vale quanto lo si è pagato”. Perché specie da ieri il mondo si divide in quelli  a cui si sballa l'orologio della macchina, e a quelli a cui torna a posto l'orologio della macchina. E così Bernardeschi da essere il migliore in campo diventa il peggiore, i gol sbagliati da Kalinic si trasformano nell’occasione per attaccare Pradè. E già che ci siamo da oggi sarà anche possibile lamentarsi perché alle 17 sta già facendo buio. Io che invece cerco di guardare il bicchiere mezzo pieno, colgo l’occasione delle due sconfitte consecutive in campionato, tre se ci mettiamo anche quella di coppa, per assegnare al tifoso Viola che così tanto ha attaccato Cognigni, il “Premio della critica”. Non vorrei deludere nessuno, ma almeno per me poco è cambiato, vista la classifica e la dimostrazione che la Fiorentina non è stata ancora inferiore sul campo  a nessuna delle squadre che ha affrontato. Quindi il mio sogno continua, anche se capisco che possa dare fastidio, perché chi può permettersi di restare bambino lo fa a discapito di qualcun altro. E non mi riferisco a quelli che affiggono striscioni, ma a gente come Capitan Uncino, e a chissà quanto tempo impiegherà per rimettere indietro le lancette a tutti i suoi orologi. Sulla partita cercherò di abbassare la voce in modo da non dare troppo fastidio a quelli che tanto con un mercato da pezzenti così è normale essere solo secondi, per me la Fiorentina ha dominato, è mancata la precisione sotto porta, il gol di Salah è una prodezza, ma non un occasione gol, il loro raddoppio è un errore madornale di posizionamento, ma poi la Roma non ha fatto molto di più. Il salvataggio di Bernardeschi su Pjanic e la svirgolata di Dzeko su cross di Florenzi. Non ha rubato niente intendiamoci, ma ha vinto per degli episodi a favore più che per reale merito. L’ho scritto dopo la sconfitta di Napoli, che tra l’altro mi è sembrato migliore della Roma, ma anche questa sconfitta non ci ridimensiona affatto. Il mio sentimento quindi non è quello della delusione ma piuttosto quello dell’orgoglio. Delusione che non provo nemmeno per il fenomeno del ritorno all’uso massiccio della critica, che va dal singolo giocatore, alla coppia di fratelli, passando da Pradè che si è permesso di comprare un grande giocatore senza spendere i 30 milioni di Bacca. Tutto nella norma, così come nel mondo una persona su due è dispari.





Nessun commento:

Posta un commento