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venerdì 11 novembre 2022

Il modulo più confacente


Ogni volta che la Rita mi chiede se mi ricordo dell’ultimo trofeo vinto, partono le risate registrate. Certo avrei potuto raccontare della frittata di patate, prima cotte a vapore, e poi rosolate in olio, aglio, prezzemolo e peperoncino, due uova, un po’ dell’acqua delle cozze aperte, ma non avendo fatto foto, la frittata non è mai esistita. Il Bambi che non teme infiammazioni mi ha risposto con fichi, noci e ciliegiolo. E le calorie ingurgitate mentre cucini non contano. Non ho molti rammarichi, a parte quel secondo posto, l’infortunio di Batistuta, la finale di Coppa Italia persa con il Napoli, ma la cosa che più mi porterò dietro con amarezza è lasciare ai posteri solo sentenze, e se dovessi rinascere non vorrei essere un postero. Ne parlavo ieri sera a una cena di gobbi, io ero l’unico Viola infiltrato, che purtroppo il destino di Nico è segnato da quella sua caratteristica di gioco, un uomo che anche fuori dal campo vive da sempre di scatti. Cammina a scatti, indossa gli abiti a scatti, saluta a scatti, e si sveglia di scatto, non è vera la storia della tallonite, è stato solo un modo per nascondere il fatto che ormai sembra sempre più una gallina. Infine, mi sono accorto che ci sono sviluppi di gioco che più si confanno alla mia visione del calcio, ed è incredibile come trascorre l’ora e mezzo di gioco più recupero quando dormo sul divano.

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