Non parlerò più di rigori perché non voglio passare da quello che tira la farina ai celiaci. Mi rammarico solo che non siete donne perché dopo quella classifica avreste potuto stemperare la tristezza comprando dei rossetti. Mi si chiede quale fosse la chiave, quale lo scopo. Chiave, scopo, a Firenze semplicemente trombare. Il mio è stato un grido inascoltato sul rigore sessuale al quale sono stato costretto, non da un arbitro, ma piuttosto da una decisione arbitraria della Rita. Se la cosa non vi convince del tutto aggiungo che scrivo numeri perché non conto niente. E poi alla Fiorentina danno troppi rigori inutili, che equivale ad avere una donna in ogni porto ma andare solo in montagna. Diciamo che a me sembrava una bella classifica ma forse avete ragione voi, forse non era la persona giusta, aveva solo un bel culo. Si, sono rigori, ma vanno interpretati mi si dice, sono come quelli che hanno ucciso il ragazzo di Alatri, un gruppo di albanesi dove per gruppo si intende otto italiani e un albanese. E poi diciamolo che è una classifica copiata come la tesi di dottorato della Madia. La prossima volta vi parlerò dei calci d’angolo perché Gianni Vio sono io. Anche quando canticchio devo stare più attento, magari per non passare da juventino basta accennare con nonchalance cose un po’ rivisitate per la bisogna tipo; “Ma Nino non aver paura di sbagliare un calcio negli stinchi, non è mica da questi particolari che si giudica il tipo di classifica che linki”. La gente crede in Dio e non nelle classifiche, che posso dire di più? Che a me i numeri mi sono sempre sembrati onesti come certi panini con olio, origano e pomodoro.
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