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venerdì 17 marzo 2017

I nomi collettivi


Da tifoso Viola ed esperto in materia mi chiedo cosa penserà quella povera luce che in fondo al tunnel vede noi. Là dentro c’è chi non disattende mai le promesse e si trova costretto suo malgrado a rinfacciare a Della Valle le parole “entro il 2011 lotteremo per lo scudetto”. Non solo, i più coerenti con se stessi non fanno passare giorno che non telefonano a Radio Deejay facendogli presente che trasmettono la Topten! Io no, io disattendo appena posso e poi cerco le scuse per giustificarlo a me stesso. Perché uno può anche avere tutte le buone intenzioni del mondo, però le cose cambiano, Della Valle in quel momento ci credeva davvero come io quando esco da un bar e do la precedenza a quello che entra, se poi gliene vanno dietro sette o otto non è che rimango lì a fare l’usciere. Voglio dire che i nomi collettivi servono solo a fare confusione, “Popolo della curva, tifosi”. Poi un bel giorno ti accorgi che siamo noi, invece credevi che fossero gli altri a volere Preziosi e Tutunci. Adesso sollevo una questione e lo faccio per i giovani visto che a me non riguarda più l’argomento. Nei casi sporadici uso infrastrutture con tutti i comfort. Si discute molto cioè sulla crisi della carta stampata, ormai le notizie sono online in tempo reale, alcune volte sono online prima ancora che succedono, avevo letto da qualche parte infatti che la Roma aveva già eliminato il Lione prima ancora di giocare, quindi nessuno compra più il giornale, noi non avremmo saputo come fare a trombare in macchina senza poter tappezzare i finestrini. Ma anche al Centi che era “buho”, aveva un banco in Santo Spirito e non trombava, serviva per incartare. Ho visto la foto recente di Starsky e Hutch, no no non piango, è solo questo cazzo di polline.

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