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martedì 21 marzo 2017

Ultimo tango a Barcellona



Sono stato tirato per i capelli e per non passare da quello che non ha cognizione di causa, oltre a non avere i capelli, devo parlare di una trasformazione profonda che negli anni ha contribuito a cambiare il modo di fare calcio; il terzino destro che gioca la palla invece di rinviarla in tribuna. Il difensore destro quando uno ce l’ha. Un calcio ragionato fin dal portiere che è un po’ anche quello che ha portato a dividerci, tanto per cambiare, tra montelliani e sarriani, tra chi apprezza il tiki taka e chi invece preferisce un calcio che punta sulla velocità delle ripartenze e sviluppa il suo gioco soprattutto in verticale. Che se vogliamo è un concetto che divide in modo più generale tutti gli amanti di questo sport. Le bionde e le more. Il suv o il coupè. Il panettone con o senza l’uvetta. Mammana o Babbano. Non solo per colore di maglia quindi, ma per filosofia di gioco. E come spesso accade il povero si atteggia a ricco, la tendenza è quella di cercare la rivincita attraverso il possesso palla, per riscattare una vita senza il possesso di alcunché. Un napoletano come Montella vuole parlare un calcio forbito, intriso di connotazioni che riportano subito alla mente le Ramblas, ma Vincenzino non conosce nemmeno la geografia, il suo gioco è alla continua ricerca di somiglianze prestigiose, somiglianze di rivalsa, ma che alla fine risultano spaesate da una carente cultura generale. E in un calcio così alla continua ricerca di conferme geografiche ecco che trova spazio anche un giocatore come Tom Tomovic. Succede che la filosofia di gioco di Vincenzino si avvita su se stessa e finisce con lo sviluppare frasi di gioco che rimandano in qualche modo al grande calcio, ma che alla fine è solo calcio fatto in casa, come una coperta all’uncinetto. Fraseggi spaesati del tipo “il mio gioco somiglia tanto a quello della squadra che rappresenta i colori della capitale francese”. Sarri che invece riparte in velocità e va in porta con due passaggi, la stessa frase la traduce in; “Par is”. Il calcio di Montella è solo parente di quello a cui si rifà. C’è la Bardot e c’è sua sorella insomma. Poi ci sono io che me le tromberei tutte e due.

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