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mercoledì 6 luglio 2022

Il resort convenzionato


Tra le dichiarazioni di Pradè e la risposta di Torreira, da tifoso mi sento un po’ come i tergicristalli che non sanno più che fare. Non so cioè se gioire per la capacità di essere attrattivi come un resort per giocatori da rilanciare, tariffa agevolata con formula del prestito, e con metà dell’importo pagato dal Comune, oppure se imprecare per la capacità ricettiva modello colonie. Insomma, il calciomercato non è più quell’altalena di emozioni di una volta. Il clima ostile, la povertà, l’epidemie, la guerra; tutto pur di non guardare oltre la multiproprietà. Se Pradè dice il vero su Torreira allora anche i preti potranno sposarsi, ma soltanto a una certa età. Daniele sa cosa serve, è come il Covid che sa quando devi andare in ferie. Anche se io non ho mai creduto alle offerte incredibili. Penso invece che ciò che è successo tra Fiorentina e Torreira rientra perfettamente in quella casistica di rapporti umani che hanno poi dato il via all’arte astratta. Mi spiego meglio; dopo un incomprensione subentra l’imbarazzo simile appunto a quello del pittore consumato dalla necessità di aggiungere una nuova pennellata e dalla contemporanea paura di rovinare tutto. Non sono Pollock a caso. Forse nel Pollino si pensa che nel budget previsto per il calciomercato scrivere “ciliege” senza “i” possa farle costare meno. Questo però non mi spinge a contestare il mercato perché già ci sono i contestatori di quelli che percepiscono il RDC, i contestatori degli imprenditori, dei ristoratori, tassisti, statali, dottori, ciclisti, quelli con il cane, con i monopattini, gli scalatori, e ognuno di noi appartiene già a una categoria. Siamo sempre incazzati, si, ma anche il divertimento è sopravvalutato.

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