Cosa succede a quelli che ne sanno più di me quando vince la Fiorentina? Scrivono così poco. Quanto mi sento sopravvalutato poi quando mi sottopongono un comunicato della società e commentano: “vabbè tanto hai capito, l’han capito tutti”, e io invece non ho capito un cazzo. Per quel poco che capisco, quando mi si spiega tutto il male che hanno fatto i Della Valle, posso anche annuire impercettibilmente, si, concordando che il sushi è buono, ma se poi mi si dice che è meglio della pizza o del lampredotto devo per forza mandarli affanculo. Quando adesso c’è da affrontare soprattutto l’assenza di Gonzalo, e le possibili scelte sono: De Maio, Tomovic e Salcedo, anche se quest’ultimo dopo la sanguinosa entrata contro il Napoli sembra aver trasmesso a Sousa lo stesso senso di insicurezza dei caricabatterie cinesi. Mentre la domenica di campionato diceva che abbiamo guadagnato tre punti sul Milan e sulla Lazio, che dopo l’espulsione di Pioli, Zamparini ha cercato di ingaggiarlo nel tunnel. Che l’Empoli è andato in vantaggio con Michedlidze approfittando della dormita di tutto lo stadio, che il Pescara alla fine non ha giocato coi doposci, e al momentaneo pareggio ha ringraziato il soccorso alpino che ci aveva creduto. L’Inter è alla sesta vittoria consecutiva, e se continua così raggiungerà la Juve nel 2019. Capitolo polemiche interne; se continueremo a vincere e passeremo anche il turno di coppa contro il Napoli, magari con gol di Plusvalenza-Kalinic, al fronte interno del malcontento non rimarrà che trovare altri filoni. Si dice negli ambienti della curva che in mancanza di risultati negativi ideali per destabilizzare l’ambiente, si agirà esplorando nuove frontiere. Si vuole andare a colpire chi è felice come il tifoso Viola quando vince la Fiorentina, e si è pensato al giorno del matrimonio. Una nostra rappresentante del tifo entrerà in chiesa urlando “come puoi farlo dopo tutto quello che c’è stato tra noi” rivolgendosi al prete. Noi invece no. Noi godremo come Gianna che non perdeva nemmeno un minuto per fare l’amore (sempre se il destino non ci fischierà fallo per gamba tesa).
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