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martedì 17 gennaio 2017

Il tappo di cerume (storia triste tratta dai vostri copia e incolla)



Premetto che io non sono migliore ma sullo stesso piano proprio perché il contrario di coloro a cui mi riferisco, per questo ci sono periodi che vado molto d’accordo con la società che nel frattempo intasca le plusvalenze, e altri in cui mi permetto invece di esprimere la mia opinione. Poi ci sono figure di fantasia che nessuno ha mai visto, e mi riferisco agli elfi, agli unicorni, a quelli che al ristorante assaggiano il vino e dicono al cameriere che non va bene. E soprattutto loro. Si, ci sono dei tifosi Viola più gobbi che elfi, con palchi interi di corna, altro che un’unica protuberanza, e con loro sono i bilanci a diventare fantasia, bilanci nei quali si millantano buche da ripianare con plusvalenze bituminose. Chiedo quindi alla società di confermarmi che è lecito bullizzare questi tifosi che leggono scrupolosamente i bilanci e scoprono le magagne maldestramente tenute nascoste. E se dopo la vittoria sulla Juve si sono sentiti male, il consiglio più lecchino che posso dargli per alleggerire il carico psicologico pesante, è quello di dare semplicemente colpa al tappo di cerume. C’è da dire che i contestatori di bilancio adottano altrettanti metodi selettivi anche per flirtare con le ragazze; metodi che definirei più propriamente “adozione a distanza”. Per fortuna capitano settimane di buoni risultati nelle quali la contestazione è poco praticabile come il sesso, giorni dove crolla l’appetito sessuale, dove sempre a loro crolla soprattutto il mondo addosso, e gli rimane in piedi giusto il bar dove affogare nell’alcol la vittoria sulla Juve. Periodi nei quali, impossibilitati a infamare, si sentono inutili come la professoressa d’italiano di Di Maio. Il loro habitat naturale? I soggetti che vivono solo in funzione della polemica proliferano e si riproducono con nuovi nick soprattutto negli ambienti malsani tipici del risultato deludente. In queste paludi di frustrazione parlano in maniera arrogante di black friday, argomentano di blue monday, si riempiono la bocca di red passion, poi vinci contro la Juve, gli chiedi a bruciapelo “what’s your nick?”, e ti rispondono “l'otto e un quarto”. L’unica polemica che i contestatori seriali e compulsivi sono riusciti a produrre in questo ristagno di disperazione maleodorante, riguarda l’acquisto bianconero del giovane fantasista dell’Ascoli, preso a pretesto per rimproverare ai Della Valle il solito mercato da pezzenti, e lo striscione affisso sulle macerie di questa vittoria  sfoga una rabbia fermentata sui lieviti del triplice fischio finale di Banti: “Alla Juve le Orsoline, e ai ciabattini che non sanno fare neanche le scarpe, chi? I Carmelitani scalzi?”  

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