Un guizzo di Bernardeschi a tempo scaduto, prima un incrocio dei pali sempre del numero 10. Poi tanta, tanta desolazione, sugli spalti e nei nostri cuori. Spettacolo raccapricciante quasi come uno di quelli di Gabriele Cirilli. La Fiorentina risolve la pratica Chievo evitando miracolosamente i supplementari ma non la figuraccia, ha ricordato molto da vicino quanto fatto da Obama che ha risolto i problemi con Cuba ma ha creato problemi con i restanti ¾ della Terra. Siamo messi male insomma e non si vedono a giro i culi che ci sono invece sull’isola caraibica. Poi vedi Dybala e ti sembra un altro mondo, come quando bucavamo il pallone mentre i ragazzi di oggi finiscono i giga. Non mi è piaciuto nessuno tranne i’ Berna a km zero (dal produttore al consumatore di rigori), neanche la telecronaca di Lollobrigida. Sarà che ho sempre preferito la Loren. Due pali e due espulsioni, una partita che un tempo potevamo definire da due soldi e una lira. E che oggi guardo con gli occhi dell’euroscettico. Alla fine, anche alla vista dei seimila spettatori paganti non mi è rimasto che mettere le dita nella presa di coscienza e morire dentro. E anche se il Bambi non è morto dentro come me, a un certo punto della partita è diventato pallido, occhi sbarrati, l’ho visto così a terra che ho temuto volesse farsi dare un’occhiata all’ospedale di Nola. La sensazione è che Bernardeschi abbia tenuto in vita la Viola a tutti i costi un po’ come succede con l’Unità. Non un gol che vale i quarti di finale ma solo accanimento terapeutico. L’intensità che ci mette l’Atalanta sotto di due a Torino a 10 dalla fine (tanto da accorciare ulteriormente rischiando addirittura di pareggiare) fa impressione in confronto al ritmo balneare, all’assenza di movimenti che ci fa sembrare in inferiorità numerica quando invece siamo in superiorità, al ritmo da flash mob. Che tristezza poi lo stadio vuoto (6 mila paganti mentre allo Juventus Stadium 38 mila) al contrario di quei localini raccolti con i tavoli vicini che non capisci quello che ti dice il tuo amico con la sciarpa Viola, ma il vicino di qua ha la moglie troia. E’ normale che si svuoti lo stadio e si riempiano i localini di troie, perché se ti lanciano briciole di emozioni nessuno si deve lamentare se il tifoso vola via.
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