La neve non ha creato problemi solo a Pescara, in Sicilia il disorientamento è stato tale che i pasticceri più religiosi l’hanno scambiata per ricotta piovuta dal cielo al posto della manna, e ci hanno fatto i cannoli. Zamparini ha addirittura preferito andare a perdere a Empoli pur di non riportare a casa un risultato in bianco. Non so se ci girano più i coglioni a noi che dopo la sosta rimaniamo ancora a bocca asciutta di Fiorentina, oppure ai siciliani che non hanno i vestiti per il freddo e sono costretti a indossare dozzine di magliette a maniche corte alla volta. L’unico contento è il Bambi che sono due giorni che ha puntato un’americana che corre in San Frediano passando davanti a casa sua, dice che appena si congela gli chiede come si chiama. Per la verità non solo il Bambi può trarre dei vantaggi da questa ondata di gelo, ce ne saranno anche per Sousa che così potrà fare turnover risparmiando Kalinic senza prendere di bischero come a Genova. E sempre guardando il bicchiere mezzo pieno di vin brulé c’è da dire anche che tolte finalmente le lucine dai balconi non li scambieremo più per camion. E poi quando si ferma la giostra del pallone, fuori dalle emozioni ci rimane più tempo di qualità per pensare, per riflettere su temi che altrimenti non affrontiamo mai con il dovuto impegno. Mi viene in mente il figlio di Galliani e mi piacerebbe sapere se di mestiere fa il figlio di Galliani. Altro vantaggio di questo devastante rinvio di Pescara, ho potuto finire le riprese del film mentale: “c'era una volta nel campionato”, dove anche Barbra saputo del rinvio si è messa le mani nei capelli, un film che spiega molto bene come le settimane di astinenza dal pallone mi siano sembrate mesi, e i mesi anni, come cioè senza calcio mi sia assentato da me stesso fino a quando il Bambi non mi ha chiesto. “cosa hai fatto in tutti questi anni?”, e io gli ho risposto “sono andato a letto presto”.
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