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giovedì 26 gennaio 2017

Come il furgoncino della Volkswagen

A mente fredda posso giudicare meglio il comportamento di Callejon, più fastidioso che grave. E proprio per via della mente fredda dico fastidioso come quando uno ha sete ma ha appena masticato una gomma e se beve gli si ghiaccia l’esofago. Come tipologia di fastidio ero indeciso con quello di quando guidi e vuoi toglierti il cappotto, poi ho scelto il primo perché non porto il cappotto. E a mente fredda va anche detto che Tomovic è bravo, o comunque più di quelli che potrebbero essergli preferiti, visto che cambiano gli allenatori, cambia la terza maglia, non ho il cambio automatico, ma lui le sue belle presenze le raggranella tutti gli anni. In lui gli allenatori vedono la luna mentre è un semplice lampione. E’ bravo a sembrare altro. Non ci siamo ancora abituati ai suoi errori? Questo è un tema interessante, perché con tutti gli sforzi del caso poi ci ricaschi sempre, come quando ti abitui alla pioggia e ci pensa il vento a sbattertela in faccia. Voglio credere che un addio a Tomovic non se lo senta di darlo nessuno perché un addio come si deve necessita sempre di un bacio in fronte. Io Nenad, a differenza dei più, lo ammiro proprio perché è uno che ha dimostrato di essere affezionato ai propri difetti. A parte gli apprezzamenti su di lui non dico di essere uscito trionfante da questa eliminazione come il fronte interno del malcontento, ma entrare in un bar mentre il barista cinese canta l’ultima di Tiziano Ferro rende certamente la giornata migliore. Un po’ come quando trovi conforto nel potere riparatore di una doppia insalata dopo giorni di stravizi. Quello che per una modella sarebbe passare dagli sfilatini alle sfilate. E non capirete il perché Tomovic piace così tanto agli allenatori se non andate oltre, come la patina del tempo che rende irresistibile un mobile per un antiquario, così gli allenatori sono in grado di resistere ad una tentazione, a una sfida, a una donna, al prosciutto in offerta al supermercato, ma non a impiegarlo appena possibile. Giocatore che non ha le doti eccelse che riconosciamo subito invece in quelli dell’Ovest, ma che comunque mantiene la sua bella e rigida architettura delle diagonali difensive. Non è un muro, ma ha il fascino sovietico della Berlino Est.

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