Oltre a fantomatiche trattative di mercato un giornalismo più qualificato approfondirebbe anche temi più scientifici come il tipo di lenticchie che ha mangiato Bill Gates qualche anno fa. Mentre l’elevato tasso alcolico del Bambi mi ha permesso di carpire il segreto della sua mitica lasagna vegetariana che così tanto piace ai nostri amici vegani, e che gli ho sempre invidiato. Ci mette la salsiccia. Tra le nostre amiche vegane ce n’è una in particolare che quando c’è da festeggiare qualcosa (e menomale che c’è l’ultimo dell’anno, San Giovanni, la vittoria dei Bianchi, perché sennò con la Fiorentina non ci sarebbero così tante occasioni) per fortuna si lascia andare e beve un po’ di più del solito, quel tanto di più che poi, alemno secondo quello che ci racconta tutta elettrizzata, gli gira tutto intorno e io riesco a vedergli persino le mutandine. Anno nuovo che ci porterà anche un allenatore nuovo, ormai si sa, e il mio augurio ‘sta volta è quello che sia italiano. Un allenatore che interpreti però il calcio del nostro tempo, così come dovremo avere un nome per ogni età, nessuno oggi chiamerebbe Franco un bambino. Franco è il nome di un settantenne, di uno zio. Di Scoglio. Figuriamoci Eusebio. E poi un allenatore italiano anche per evitare concetti “basculanti” o comunque facilmente male interpretabili, perché come diceva Gianni Rodari “per colpa di un accento un contadino a Rho tentava invano di cogliere le pere da un però”.
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