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mercoledì 30 settembre 2015

Campioni di nascondino



Non si può sfuggire al giudizio di chi ci conosce bene e può valutarci per quello che valiamo veramente. Lasciamo stare la stampa del nord che esagera sempre, e che a proposito di complimenti, nelle valutazioni sulla squadra supera addirittura la poca obiettività dei nonni verso i nipoti. Anche io non sfuggo a una certa faziosità affettiva mostrata dai giornalisti locali, e non sono certo migliore di loro. Loro oggi si chiedono se certi giudizi sul valore della squadra non siano da rivedere, mentre io sono ancora a chiedermi cosa farò dopo le Medie. Poi c’è anche chi non è disposto a rivedere nessun giudizio affrettato, così come in ogni strada trafficata c'è sempre un cretino che lascia l'auto in divieto e se la fa rimuovere dai vigili. Ieri per dirne una mi è toccato tornare a casa in autobus. L’aspetto positivo è che avendo sottostimato, oggi ci ritroviamo nella posizione piacevole di chi ancora è capace di stupirsi, così come nel prendere atto della presenza di acqua su Marte (poi si vedrà se prenderla costerà meno che a Venezia). Quello negativo se lo ciuccia tutto chi invece sapeva già della poca affidabilità di radio e siti a km zero, e oggi è privato di quella magica sensazione di meraviglia che c’è solo nello scoprire di avere una grande squadra, e s’incazza perché non c’è birra su Marte. Se tra i grandi misteri dell'umanità c'è quello di capire chi è che paga quelli che si occupano di Fiorentina, io mi accollo l'onere di concentrarmi di più sul mistero del batuffolo di cotone che si forma nell'ombelico. Così come mi sono sempre chiesto se quelli che affermano di preferire l'inverno poi pagano la bolletta del gas. Il consiglio spassionato è di leggere me e gli altri che in città si occupano di calcio, con la stessa attenzione che mettereste nello sfogliare una copia di Famiglia Cristiana del 1987. Potremo applicarci di più, questo è vero, con tutte le partite che siamo costretti a vedere. Ma non sempre l’impegno paga. Ieri sono andato a pranzo dal Bambi, uno che si applica davvero anche in cucina. E infatti l’ho trovato lì a studiare la ricetta. Appena mi ha visto è partito con la padella dicendo che il cavolo nero è una varietà di cavoli, privo della gemma centrale, è caratterizzato da foglie di colore scuro lanceolate e divise, dalla superficie bollosa. Lo stava insomma ripassando. Purtroppo molti di noi sono costretti a rinascere tutte le volte per cancellare un passato fatto di valutazioni sbagliate, e il purtroppo è riferito soprattutto alle nostre mamme, che mentre rinasciamo in continuazione sono esauste. Io per esempio uso l’esperienza per difendermi dal concetto di calcio parlato che si sviluppa soprattutto in radio, e quando li sento applico un metodo che avevo messo a punto per affrontare il "Dobbiamo parlare" della Beatrice dalle poppe grosse. Mi tappo le orecchie e urlo LALALALA. Sono contento invece che il Viola Club Marasma dopo essersi sentito chiamato in causa abbia voluto precisare che gli striscioni non hanno mai avuto nessun fine polemico, ma sono stati solo un modo per smaltire il corredo che ti comprano negli anni '80 quando hai 6 anni e pretendono che ti piaccia nel 2015. Come c’è chi compra Dzeko, e chi Mandzukic, mentre noi solo Kalinic. Come i bambini nascosti sotto il letto con i piedi di fuori e ci pare di essere anche furbi.




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