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venerdì 25 settembre 2015

Dopo Piazza della Passera forse anche un mio vicolo

A Firenze non è facile vivere con serenità nemmeno i momenti belli, figuriamoci la scadenza dell’Imu, la tendenza è quella di andarsi a cercare le ombre, i nemici, gli ex allenatori. Come quando vorresti mangiare il lampredotto in pace e suona il telefono. O come quando a proposito di ex, chiesi al Bambi se sentiva ancora la Marta e mi rispose che aveva smesso dopo l'insonorizzazione della cantina. Non per forza bisogna confrontare Sousa con Montella per trovare un senso ad un secondo posto, o a giustificare un indole votata al disastro ambientale Perché poi la vita ti mette davanti a scelte tipo "O la forma fisica o la forma di formaggio". Anche la Gina crede nello scudetto, non sono solo a questo mondo per fortuna, le piace parlarne con me e come omaggio per la felice convivenza del nostro sogno, mi mostra sempre il suo generoso décolleté. All’indomani della vittoria contro il Bologna ci siamo incrociati in Piazza Tasso; “Mi chiedi se credo nello scudetto? Credo che Somatoline modelli il mio corpo dopo aver mangiato un barattolo di Nutella, vuoi che non creda nello scudetto?”. Continueremo a sognare insieme, le ho detto, poi ho aggiunto che anche se l'estate è finita da due ore, questo non le deve impedire di continuare a mangiare la torta alle pesche e amaretti, tanto c’è sempre uno snellente prodigioso. Le due anime della città sempre così dirimpettaie, in dei momenti quasi si sfiorano, è in quei frangenti che la linea diventa sottile come quella fra una persona sorridente e la paralisi facciale delle signorine che accarezzano i materassi Fabbricatore. Anche se malgrado un secondo posto in classifica è sempre più facile che le strade si dividono, succede una volta usciti dall’ascensore e arrivati al portone che dà sulla strada. Il pessimista esce con l'ombrello anche se c'è il sole. L'ottimista anche se piove esce di casa con la confezione di preservativi da 12. Insomma, a Firenze c’è chi non è mai tranquillo, tipo il Bambi con l'eskimo e le Clarks a Milano in piazza S.Babila negli anni 70. Dell'aprire una scatoletta di tonno senza spargere l'olio nel sistema solare, e di altri sport estremi come fare polemica stiamo parlando. Sul fatto che al massimo compriamo buoni giocatori e mai dei campioni (E se li compriamo sono rotti). E per fortuna che oggi li chiamano “Top player”, perché per me i campioni rimangono quelli dell’urina. E ogni volta che compro la provetta penso a Dimitri che pisciava lontanissimo. Se poi torna il Giuseppe Rossi che conosciamo è chiaro che la mia speranza di vincere lo scudetto si rafforza, ma se dovessi scegliere, la priorità sarebbe un’altra. Quando sarò morto il sogno è quello di avere una strada dedicata in Oltrarno. E visto che da quelle parti sono conosciuto soprattutto per quella certa attività adolescenziale che ho protratto anche nelle successive stagioni della vita, mi accontenterei di dare il nome ad un vicolo cieco.




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