Il nostro è oggi soprattutto un problema d’identità, troppo fresco il ricordo della Fiorentina di Montella, mentre ancora stentiamo a vedere quella di Sousa. O meglio, qualcosa che c’era piaciuto lo avevamo visto, sia in precampionato che nella partita contro il Milan. Poi le prime sconfitte e quindi i dubbi. Proprio di questo parlavamo con il Bambi mentre ci consolavamo con il lampredotto. Sarà stato il vino, ma il Bambi ha fatto una considerazione che mi ha aiutato a riflettere. A dimostrazione che è solo quando si beve che si dice ciò che si pensa davvero. Per questo quando mi ubriaco sto sempre zitto. Il Bambi ha sostanzialmente riportato il pensiero della sua compagna in fatto di rapporto con i sentimenti, applicandolo però alla nostra voglia di sentirci comunque tifosi realizzati, a prescindere dagli obiettivi indicati dalla società. La sua compagna infatti è sempre stata molto chiara su questo aspetto, non ha mai preteso di vederlo arrivare su un cavallo bianco per sentirsi una principessa, come certi tifosi che pretendono coppe e scudetti dalla società, ma dentro un cavallo di legno per sentirsi diciamo se stessa. Poi sarà stato l’umido, ma ieri dal lampredottaio in Piazza de’ Nerli c’era anche una famiglia di vietcong. Siccome si era sparsa la voce che la famiglia interessata all’acquisto del pacchetto di maggioranza della Fiorentina fosse proprio il lampredottaio di Piazza de’ Nerli, quella presenza asiatica ha un po’ ricordato gli ingressi nel calcio italiano di Thohir e Mr Been. Vediamo. Non ci avrà dissipato tutti i dubbi, ma il vino ci ha almeno aiutato a superare la delusione per la partita di EL che ci ha riservato una sorpresa di merda. Il Bambi che non ha studiato, in maniera molto popolare l’ha sempre sostenuto che la vita in effetti è un ovetto Kinder. Mentre chi ha più confidenza con la filosofia potrà definirla meglio come l'insostenibile leggerezza dell'essere nella merda. Io sono più d’accordo con la compagna del Bambi, anche per me l’importante non sono tanto le vittorie o l’ambizione di vincere, quanto essere tifoso Viola, che è già di per se un privilegio che vale molto di più di qualsiasi trofeo da esporre in bacheca. Io per la Fiorentina mi emoziono davvero tanto, ieri per esempio mi è successo quando ho visto gente fuori dal bagno che saltellava come Paulo Sousa, ho pensato ad un “Chi non salta bianconero è”, anche se poi ho scoperto che lo facevano solo perché stavano per pisciarsi addosso. Ma io intanto mi ero già emozionato. E poi tra le tante perplessità che mi porto dietro dopo le due sconfitte con Torino e Basilea, ce n’è una in particolare che mi mette ansia. Avete ammollato i ceci e il baccalà?
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