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sabato 5 settembre 2015

Di tutto un pò

Il mercato ci ha confermato lo stato di salute precaria in cui versa il calcio italiano. Un mercato fatto di pagherò e prestiti, dove invece delle badanti georgiane è tutto un il brulicare di faccendieri asiatici che il giovedì quando hanno il giorno libero si ritrovano in piazza a parlare con nostalgia del fair play finanziario. Pagamenti rateizzati sulla scia del Job Act di Renzi, con il quale puoi assumere droga a tempo indeterminato senza pagare gli spacciatori per i primi 3 anni. Il concitato grande carrozzone dell’ultimo giorno di mercato si è rivelato come quell'opera postuma digitale di Kafka scoperta per caso dal Bambi dopo una notte di Vecchia Romagna Etichetta Nera : il sito governativo della Posta certificata. Devo dire che non mi aspettavo niente di diverso, e per me l’attesa è la cosa più bella che ci sia. L’attesa del piacere è essa stessa piacere, in quanto soffro di eiaculazione precoce. Ora mi auguro che la squadra dimostri sul campo che c’è stato troppo pessimismo, e io sarò il primo a fare largo per far salire tutti sul carro dei vincitori. Magari concordando prima chi dovrà scendere nel caso ci fosse bisogno di aggiustare una ruota per il peso eccessivo. So che c’è dello scontento anche per quanto riguarda l’organigramma societario, visto che non è stata ingaggiata nessuna figura che sa di calcio. Immagino che la formula avrebbe voluto ricalcare il successo di Benigni al Senato per portare la cultura nei contesti degradati. Per quanto riguarda invece l'agenda UE per i migranti, sarebbe pronta ma è una Smemoranda. E non voglio nemmeno che si dimentichi l’estate senza prima farne un’opportuna celebrazione. Alla fine di settembre invece delle solite bistecche organizzerò il party "Nobiltà ottocentesca", e quelli abbronzati li metterò a fare da servitù per noi con la pelle di ceramica. Di tutto un po’, insomma, e quindi vi chiederete anche da dove mi viene sempre tutto questo cazzo di ottimismo. Ebbene c'era un gioco da bambini che facevamo spesso: "Chi ride per primo, perde!" Io ho sempre perso e non ho ancora smesso. E visto che sono convinto che a Firenze molti tifosi il pelo nell'uovo lo mettono e non lo trovano, lavorerò duramente per togliervi quel velo/pelo di tristezza tipica del tardo autunno marchigiano. Nei momenti di picco massimo (Salah, Milinkovic-Saviv) mi ricorda addirittura la tristezza dei vegani quando devono riempire la busta di caramelle gommose, costretti ad escludere orsetti, vermicelli e coccodrilli. Trasformerò la vostra amarezza in un trionfo di sesso per salutisti, girerò un film porno con una donna che fa sesso con tutte le verdure e i frutti di forma fallica. E lo intitolerò Veganal. Lo farò perché siamo entrati in un circolo vizioso, un gorgo dentro al quale il sospetto ci logora, è così che vediamo malefatte in ogni dove. Così come non ci si fida di quelli che al semaforo non inviano almeno un Sms, WhatsApp, o Instagram. Hanno sicuramente qualcosa da nascondere. Quello che non vi nascondo invece, è che una cosa c’è che mi rattrista un po’. E non c’è niente da fare, non è come nel vostro caso che lavorandoci con terapie mirate e quarti posti, nel tempo l’atteggiamento potrebbe essere diverso da quello dei milanisti/interisti fuori dalle coppe. Io per quanto mi sforzi di essere un buon padre, guardo Messi e so che non potrò mai arrivare a tanto.


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