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domenica 20 settembre 2015

Una parentesi poetica, anzi due

Uso la poesia oggi. Per allentare il prepartita e per cercare di riempire il solco che divide gli scettici da chi ha fiducia. Poesia come stucco. Come quando voglio metterle le mani sul viso e baciarle le rughe. Gli anni dove non c'ero. Per combattere la malinconia di quelle volte che apro il blog, leggo, e mi viene voglia di chiedere se per favore potete venire a prendere a calci le mie speranze, e a mettere su un buon disco triste. Esco dal mio mondo e vi vengo a trovare, anche se nel vostro siete in troppi. Vengo io perché sono aperto al monologo. Dovrete smettere di dubitare perché tanto non è ancora arrivata l'ora di farmi una crisi di mezza età. E nel mondo che vorrei anche per voi, Pizzul commenterebbe i documentari sui giocatori lenti come tartarughe, e quando una di loro si ribalta griderebbe: "Ha il problema di girarsi". Prima o poi dovrete ammorbidire il vostro carapace, e se non sarà per le mie parole, ci faremo il brodo come nel pranzo di Babette. Sono convinto che succederà però, così come sono convinto che prima o poi Venditti dedicherà una canzone d'amore alla sua montatura degli occhiali. Perché le parole d’amore non sono mai superflue, nemmeno per i cuori duri come i vostri. E il colmo è che cerco di convincervi non avendo niente da dire in quasi tutte le lingue. Se non che ogni volta che gioca la Fiorentina per me è un viaggio nei sentimenti. La partita diventa un piatto con i sapori della memoria. Emozioni trasversali al tempo. E appena le maglie Viola scendono in campo mi ricordo di quando ero giovane. Era un martedì. E se non ce la farò io dovrete essere voi a fare un passo in avanti verso l’armonia della passione. Come? Diventando sempre più tolleranti nei confronti della diversità. I marchigiani del resto sono come noi. Mentre oggi quelle inibizioni territoriali vi costringono a vivere un provincialismo dei sentimenti, a vivere come la compagna del Bambi che odia le giapponesi. Minute, carine ed eleganti. La fanno sentire un lesbicone di nome Ulrica che dimentica dove parcheggia il Tir. E soffre, proprio come voi. So che si può uscire da questo isolamento geografico, come so che le mie parole non arriveranno mai al cuore di quel genere di uomini che alla domanda "Per che squadra sei?" rispondono "Per la passera". Quelli sono messi davvero molto male in classifica. E così alla fine anche la foto è una sorta di stucco che cerca di riempire le distanze tra chi sta per la passera, chi rimpiange Cuadrado, e chi invece è sempre in sella al proprio ottimismo. Un augurio va invece alla Fiorentina per la partita di oggi, e un ultimo verso vorrei dedicarlo alla dea bendata con l’invito a non voltarci le spalle, tanto ho già notato quelle volte che l'ha fatto, so già, insomma, che il suo culo è come due parentesi ( )( ) che contengono tutte le poesie del mondo.



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