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giovedì 29 settembre 2022

Il grande rischio


Ci riavviciniamo al calcio, palloni al posto di meloni, dal centrotavola della Santanchè al centravanti che non centra mai la porta. A Bergamo, che già è autunno, speriamo che non ci cadano le voglie. Negli occhi del tifoso Viola che ritrova il rituale della partita leggo tante cose, alcune belle, alcune tristi, oltretutto “qual è” si scrive senza apostrofo e poi alcune virgole sono messe a cazzo di cane. Altri mi hanno detto che si alzano solo per la Fiorentina, anche se poi hanno dichiarato di scherzare, e che si alzano perché devono fare la pipì. Ieri mattina quando in San Frediano ho visto uno ancora in bermuda, t-shirt e infradito, ho pensato: è già cominciata la Resistenza. Il problema è che prima creano i tifosi Viola e poi fanno nascere Jovic. Il Bambi più di Zapata adesso teme che Wanna Marchi riprenda a fatturare. Il problema è che noi prima o poi vediamo qualcosa di indimenticabile, per esempio in Cabral, e poi ce lo dimentichiamo. Specie Pradè. Se Bergamo ci confermerà le attuali difficoltà, ci lasceremo vivere. Perché riusciamo a colpire gli asteroidi con raffinatissime sonde spaziali, deviandone le traiettorie interstellari, ed anche a ingaggiare Jovic. Se davvero riusciremo prima o poi a vincere il terzo scudetto, nel testamento lascerò scritto che donerò il mio corpo alla fantascienza. E stia tranquillo pure Rocco, se non andrà bene contro l’Atalanta non criticheremo a prescindere, scriveremo che sarà stato un passo falso d’autore. Alla fine c’è un rischio grande che nessuno ha ancora preso in considerazione; che Jovic imiti Cabral e viceversa, che non è assolutamente la stessa cosa di Berlusconi che imita la Guzzanti, perché in questo caso è meglio della Guzzanti che imita Berlusconi.

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