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lunedì 14 marzo 2022

Più giù che in terra c'è il basso napoletano


I tre punti spingono il meteo dell’umore verso il sereno, la classifica (non quella di Pioli) conferma l’alta pressione. Poi c’è tanta confusione e limiti dai quali emerge solo Torreira. Un gigante tra nani da giardino, uno anche grassoccio. E tra Cabral, Piatek, Ikoné e Sottil, il meglio, il più efficace, alla fine risulterà Kokorin. Imbarazzante il brasiliano che cade in area per una sostanziale mancanza di idoneità sportiva, evidentemente in Svizzera non ci sono i coccoli ma nemmeno le difese. Capitolo a parte per Nico Gonzalez, l’argentino dimostra ancora una volta garra e capacità di conquistare punizioni su punizioni, così come si conferma insufficiente alla conclusione, ma soprattutto insopportabile nelle continue sceneggiate con mani sul volto, incomprensibile anche per chi si occupa dei serpenti e quindi di chi striscia. Per chi si occupa di chi rotola a terra come se non ci fosse un domani c’è invece ancora qualcosa da approfondire circa il suo rantolare, il suo essere stato abbattuto da entità sovrannaturali. Per il resto c’è da ringraziare Bonifazi perché fino al momento della sua espulsione era stato il Bologna la squadra più pericolosa. Ma chi vince ha sempre ragione, e io me la prendo volentieri, anche se rimango convinto che soprattutto con Cabral, Nico, Ikoné e Sottil, Putin non avrebbe mai attaccato l’Ucraina. Mentre a chi ha speso quei soldi per Gonzalez mi farei consigliare un film in modo da non guardarlo, ma solo perché non mi piace la teatralità del basso napoletano, troppo meroliano. Comunque tutte considerazioni sono fatte con il sorriso sulla bocca di chi intanto si è messo in tasca i tre punti, di chi guarda la classifica e non la partita, di chi Ikoné da bosco né da riviera. Le prossime plusvalenze? Solo se son rose fioriranno. Se son tulipani invece? Non fioriscono, ed è più facile che ci rigano la macchina.

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