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venerdì 4 marzo 2022

Lo sciamano


I lividi della delusione mi hanno portato a pensare che i gol a tempo scaduto siano diventati ciclici come certe notizie “va a puttane e trova la figlia”, oppure “cane torna a casa”, o ancora “evade dai domiciliari per scappare dalla moglie”. Dire che comunque Ikoné ha fatto una grande partita equivale un po’ al marito che preferisce il carcere alla convivenza. Diciamo pure che il problema è tutto mio che guardo al risultato e non godo dell’aggressione alta e della costruzione dal basso. Scrivo editoriali perché non ho recepito la lezione di Moretti quando sostiene che le parole sono importanti. Ritengo ancora più importanti i gol in una partita di calcio. Sarà per questo che c’è chi paga 80 per avere il capocannoniere. Magari un paroliere viene via con 15. E’ stata una serata terribile come quella di Empoli, e come quella di Sassuolo, per intendersi, se avessi ancora i capelli sarei stato furibiondo. Almeno prima una la vincevi e una la perdevi, un po’ come quando finisci il deodorante e ne cominci un altro. Un’ascella sandalo e l’altra muschio bianco. Poi siccome sono gentile ho offerto ai miei lividi un bicchiere di vino rosso. La pandemia ha creato meccanismi in cui si ragiona male, la mancanza di gol degli esterni pure peggio. Non so se è un complimento dire che si è perso ma si è giocato bene, ha un che di quando il Bambi disse alla Cecilia che era molto più bella senza vestiti che con. Non so come spiegare questa mortificazione che mi mette contro la passione, lei centrifugato antiossidante di peperoni, avocado e carote, io radicale libero. Insomma, come disse Dostoevskij “a cena le proteine e a pranzo i carboidrati”. E in tutto ciò Kokorin cosa ci rappresenta? Direi lo sciamano di una piccola tribù australiana, 15 persone, che volevano che benedisse i cacciatori del villaggio quando partivano per la caccia ogni mattina all’alba. Lo sciamano si svegliava, li benediva col caffè, e tornava a letto. Dopo 4 mesi l’hanno cacciato. Noi invece?

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