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venerdì 18 marzo 2022

In mancanza di un palazzo


Eppure anche in questo momento così oscuro, non solo per la Juve e nemmeno per la siccità che ha colpito i nostri esterni, difficile, doloroso, puoi sorridere, sperare, gioire, guardare con fiducia al futuro. Sempre se hai una fabbrica di armi. Possiamo dire con approssimazione vicina al 100% che il futuro non è più quello di una volta. Tanto che in molti non vedono l’ora di toccare il fondo. E se alla fine avesse davvero avuto ragione il tipo con le corna che è entrato nel parlamento americano? Quando si parla di Europa ognuno la intende a modo suo, per me significa due rigori contro la Juve a domicilio. E chissà se col nuovo stipendio Vlahovic potrà permettersi un quadro in soffitta a cui girano le palle al posto suo. In via dei Serragli all’altezza del Goldoni intanto è apparso un disegno di Banksy che raffigura una Matrioska che si apre, dentro c’è un bambino, il bambino abbraccia un missile, il missile cambia idea, diventa buono, non va più in guerra ma sulla luna, e noi vinciamo tutti come popolo. Sullo sfondo l’evoluzione di Nico Gonzales fino a giocatore eretto. Amici svizzeri sostengono che la forma così approssimativa di Cabral dipende dal fatto che il giocatore gli errori non li commette, li condisce e poi se li mangia. E se il Cremlino ritiene inaccettabili i commenti di Biden su Putin è perché non ha sentito quelli della mamma del Bambi. Poi non ho capito tutto ‘sto stupore per l’eliminazione, uscire con il VillaReal Madrid è anzi abbastanza scontato. Poi una curiosità e un ricordo, nel 1824 ci sono i lavori per allargare il lungarno così vengono abbattuti un torrione e un arco del Palazzo Spini Feroni, “arco dei Pizzicotti” che era il luogo di ritrovo dei miei antenati che nell’oscurità dell’angusto passaggio “pizzicavano” il sedere alle donzelle di passaggio. Il Palazzo Spini Feroni (oggi museo Ferragamo) offre però un’altra curiosità; un pozzo sormontato da una lunetta affrescata con un profilo femminile detto “Pozzo di Beatrice” omaggio a Beatrice Portinari che in prossimità del Ponte santa Trinita avrebbe incontrato Dante per la prima volta. Cosa che mi ha sempre colpito e che appena ho potuto, anche se in mancanza di un Palazzo Spini Feroni, ho voluto ricordare con il “Pizzo della Beatrice”, quella dalle poppe grosse.

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