.

.

martedì 1 giugno 2021

Poppe al vento o vento in poppa?


Se posso spendere una metafora per raccontare come per qualcuno si sia ritorto contro il secondo posto del Milan, mi sento di dire che è come una mosca che ti entra in casa da una fessura e quando spalanchi la finestra non riesce a uscire. Così anche per oggi l’argomento è stato trattato. Sempre meglio che disquisire sulle differenze tra Cragno e Drago, senza chiedersi come mai se Terence Hill non ce la faceva più ad andare in bicicletta, invece di sostituirlo con Bova, non si è pensato a dargli un monopattino elettrico. Probabilmente, in caso che Sarri riesca a mettersi d’accordo con Lotito, mai più appropriato sarà fare riferimento alla fumata bianca. Poppe, tante poppe intanto, belle, esagerate, turgide, sode, enormi, la primavera mi proietta in un luogo mistico e misto, San Frediano questa volta non c’entra, un posto tra la Silicon Valley e i peccatori di Peyton Place. Poi della serie eravamo a un passo da Sarri ma Rocco voleva Gattuso, anche Rino era a un passo dalla Champions ma voleva il lampredotto. E se Visco vede la ripresa, a me è più che sufficiente il primo tempo della Fiorentina, sarà che alcune volte penso che a tenermi insieme sia solo la mia perplessità, e quando leggo che sono giorni decisivi anche per la panchina Viola femminile mi viene in mente che ce l’abbiamo tutti un vasetto di chiodi di garofano nella dispensa. Onestamente non ricordo chi l’ha detto, ma se devo scegliere tra ‘nduja di Spilinga e soppressata affumicata, faccio come quando devo scegliere tra due mali, scelgo sempre quello con le poppe più grosse.

Nessun commento:

Posta un commento