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martedì 28 febbraio 2017

Tutta questa primavera e non poter sbocciare



Alla fine La La Lamaialaditomà. E oscar come miglior attore a Paulo Sousa nel ruolo dell’allenatore più rimontato della storia del calcio. Anche stavolta scrivo dopo la sola lettura dei tabellini, ma che Salcedo avesse commesso un fallo da rigore mi sembrava di averlo già letto da qualche parte. Riletto, rigore. Vedo un gol di Saponara in fondo al cestino dove è stata buttata l’ennesima partita, insomma, tutti questi primi tempi poi rinnegati dai secondi sono un grido di dolore di una stagione compromessa, una promessa di primavera senza mai riuscire a sbocciare. O forse queste rimonte subite sono solo un modo per tenere i piedi per terra. Un cammino di umiltà. Oppure c’è scissione anche nel nostro rendimento, la Fiorentina gioca i primi tempi come se fossero gli ultimi, poi nei secondi, invece, è come se cercasse la scadenza più lunga al supermercato. E alla fine quante volte ce l’hanno fatta annusare senza darcela? Questa stagione finirà che i carboidrati ci avranno dato più gioie della squadra. Poi vorrei sapere da voi se Belotti ha la gobba oppure indossa la tuta da MotoGP con la protezione? Perché in quel caso la partita sarebbe da rigiocare e faremmo ancora in tempo a perderla. Anche se il mio compito dovrebbe essere proprio quello di saper raccontare le partite come queste con la capacità di farle diventare emozionanti per chi legge, non può essere merito delle partite stesse visto come vanno a finire, purtroppo però, nel mio caso, fa cacare anche il narratore e alla fine mi ritrovo qua a scrivere editoriali che servono come mostrare il tesserino di medico per entrare al cimitero con la macchina, che serve solo a sentirsi dire che tanto un dottore lì non serve più. Nessuna foto di calcio neanche oggi, solo quella di quando ce la facevano annusare senza darcela, perché è vero che eravamo più giovani, ma di contro non c’erano nemmeno i Della Valle o Sousa con cui rifarsela, e non ci rimanevano che le seghe.

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