Io la capisco la contemporaneità del tifo che ha sempre più bisogno di concetti forti come “Via i Della Valle” per stare a passo con i tempi, e non gliene può fregare niente di arrivare in Europa League perché per dimostrare di esistere ai tempi della scissione conta solo vincere. Che ne sanno loro di cosa significhi “Mamma ho risposto, attacca”. I tempi sono cambiati, oggi se la squadra gira è merito dell’allenatore e se invece le cose non vanno bene è perché all’allenatore non è stato comprato Della Martira. Insomma, D’Alema sostiene Gentiloni per logorare Renzi, questo è il punto. Non sono più i tempi nei quali si era disposti ad aspettare l’esplosione di Speggiorin, Spolli o Spetagna. Tutto subito. Vedi il primo sole primaverile, si tolgono il giubbotto, prendono il primo maglioncino leggero che trovano e insieme prendono anche la bronchite. Funziona così. E poi gira tutto più veloce, sentimenti, mode, il pallone, le palle, alcuni come me non hanno fatto in tempo nemmeno a finire il flacone dello shampoo perché anche i capelli sono caduti troppo velocemente. Le dinamiche sono anche molto più complesse di quando c’era Ugolini, c’è Internet che amplifica tutto, in più si tende a non mangiare carne per non far soffrire gli animali, e per mettere a posto la coscienza la si dà al proprio cane così lo stronzo è lui. Perché uno stronzo oggi ci deve essere sempre, meglio se sono due fratelli. E’ un mondo anche molto più violento, non solo nel modo di esprimere le proprie emozioni attraverso la passione per il calcio, c’è una scuola di pensiero che per spiegare bene l’ironia usa le labbrate. Il tifoso Viola avrebbe tanto potenziale al momento di aprire le finestre la mattina, poi però arriva il fallimento di ogni giorno. E adesso ci s’è messo pure Gabbani ad alzare l’ambizione di essere toscani. Sono finiti i tempi di Paolo Vallesi e della nostra passione sfigata, vissuta tra le mura di casa, il bar e il Corriere dello Sport Stadio in mano. Un tempo bastava essere introversi e malinconici per risultare persone interessanti, vedi Marco Masini, oggi ti darebbero subito dell’antidellavalliano. Oggi non sai più nemmeno se quello davanti a te porta una maschera, se è vestito in maschera per carnevale o se si veste da Disegual, che poi sarebbe lo stilista giusto per queste terze maglie di merda. Mi dispiace dirlo ma ha ragione Berlusconi, ma quale crisi? Quale fair play finanziario millantato da Cognigni? I ristoranti sono sempre pieni, e anche per sedersi dalla parte del torto ormai bisogna prenotare con settimane di anticipo. Anche Maometto non è più quello di una volta quando era disposto ad andare alla montagna a prescindere dalle infrastrutture, oggi ci sono molte più esigenze di comodità, e nello specifico, andare sull’altro versante senza uno straccio di galleria significa affrontare tutta una serie di tornanti, troppo dura per chi soffre la macchina. Come ci ha insegnato Peter Sellers bisogna guardare oltre il giardino, e io aggiungo anche oltre la galleria, per ritrovare quel fondale dei ricordi, oppure chiamiamolo orizzonte, panorama, diciamo anche scena a sfondo sessuale, insomma, quando voleva dire che a pomiciare erano quelli dietro di me al cinema.
Nessun commento:
Posta un commento