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sabato 11 febbraio 2017

Preferisco la Valle Isarco perché valli come la "Non" sono troppo negative


Sarà che esagerare con le bollicine non fa per niente bene all’obiettività, ma le calze con il decoro fanno sembrare le gambe tozze. Stato di euforia che mi fa ritenere i Della Valle persone normodotate (quindi non con i braccini come si sussurra quando il tasso alcolemico è nella norma). Al ritorno, poi, all’altezza di Trento percorrendo l’autostrada del Brennero verso sud,  a fianco dello stabilimento Ferrari (sulla destra) ho sghignazzato pensando alla superiorità del Dom grazie al quale quello stato di esaltazione che solo lui può regalare (chiedere a James Bond) mi aveva convinto che avrei persino ricominciato ad andare a correre di notte. La bollicina francese ha un potere immenso, perché adesso che ho smaltito e ripreso coscienza della vita d’Oltrarno (con merde di cane sui marciapiedi comprese), col cazzo che vado a correre di notte rischiando di pestare una merda di cane. E con le bollicine mi ero bevuto anche tutti i sensi di colpa. Ricordo che mentre discutevamo gli aspetti contrattuali ho pensato che per firmare l’ordine non serviva una bella penna ma bastava solo una penna che scriveva. Quindi a che cazzo servono le belle penne quando smettono di scrivere? E ho pensato anche che non ho mai creduto agli oroscopi, convinto che il futuro fosse nelle proprie mani, almeno per tutti quelli del Toro. Ecco che quando vi invito a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno ve lo dico a ragion veduta, se oggi fossi stato uno di quelli che scriveva “mai una gioia”, specie da quando sono arrivati i Della Valle, e avessi continuato a scrivere “mai una gioa” dopo Calciopoli, mai una gioa” dopo la finale di coppa Italia contro il Napoli, “mai una gioia” dopo il mancato arrivo di Mammana, e “mai una gioia” dopo la disfatta di Roma, poi ti arriva una gioia tipo il Brennero o un gol di Borja Valero da fuori area, non ci sei abituato e non la sai gestire, muori. Il Bambi nel suo modo di concepire l’essere cittadino d'Oltrarno e non del mondo fa un po’ la stessa cosa, anche se invece di professare ottimismo più a 360 gradi come me si limita a mangiare tutti i cornetti con la crema del bar in piazza San Felice appena rifatto (adesso sembra più grande, vedi foto) in modo che agli altri restino solo quelli vuoti e quindi non ingrassano. Se proprio devo trovare un aspetto negativo di questo mio periodo di “assenza” dal livello del mare, oltre a non aver potuto vivere con il giusto disfattismo la sconfitta di Roma, non ho potuto neanche seguire il Festival di Sanremo. Che se da una parte è un bene, dall’altra però ti esclude da tutte le discussioni proprio come quando si parla di passera. Ah, stasera si gioca.


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