Sarà che esagerare con le bollicine non fa per niente bene all’obiettività, ma le calze con il decoro fanno sembrare le gambe tozze. Stato di euforia che mi fa ritenere i Della Valle persone normodotate (quindi non con i braccini come si sussurra quando il tasso alcolemico è nella norma). Al ritorno, poi, all’altezza di Trento percorrendo l’autostrada del Brennero verso sud, a fianco dello stabilimento Ferrari (sulla destra) ho sghignazzato pensando alla superiorità del Dom grazie al quale quello stato di esaltazione che solo lui può regalare (chiedere a James Bond) mi aveva convinto che avrei persino ricominciato ad andare a correre di notte. La bollicina francese ha un potere immenso, perché adesso che ho smaltito e ripreso coscienza della vita d’Oltrarno (con merde di cane sui marciapiedi comprese), col cazzo che vado a correre di notte rischiando di pestare una merda di cane. E con le bollicine mi ero bevuto anche tutti i sensi di colpa. Ricordo che mentre discutevamo gli aspetti contrattuali ho pensato che per firmare l’ordine non serviva una bella penna ma bastava solo una penna che scriveva. Quindi a che cazzo servono le belle penne quando smettono di scrivere? E ho pensato anche che non ho mai creduto agli oroscopi, convinto che il futuro fosse nelle proprie mani, almeno per tutti quelli del Toro. Ecco che quando vi invito a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno ve lo dico a ragion veduta, se oggi fossi stato uno di quelli che scriveva “mai una gioia”, specie da quando sono arrivati i Della Valle, e avessi continuato a scrivere “mai una gioa” dopo Calciopoli, mai una gioa” dopo la finale di coppa Italia contro il Napoli, “mai una gioia” dopo il mancato arrivo di Mammana, e “mai una gioia” dopo la disfatta di Roma, poi ti arriva una gioia tipo il Brennero o un gol di Borja Valero da fuori area, non ci sei abituato e non la sai gestire, muori. Il Bambi nel suo modo di concepire l’essere cittadino d'Oltrarno e non del mondo fa un po’ la stessa cosa, anche se invece di professare ottimismo più a 360 gradi come me si limita a mangiare tutti i cornetti con la crema del bar in piazza San Felice appena rifatto (adesso sembra più grande, vedi foto) in modo che agli altri restino solo quelli vuoti e quindi non ingrassano. Se proprio devo trovare un aspetto negativo di questo mio periodo di “assenza” dal livello del mare, oltre a non aver potuto vivere con il giusto disfattismo la sconfitta di Roma, non ho potuto neanche seguire il Festival di Sanremo. Che se da una parte è un bene, dall’altra però ti esclude da tutte le discussioni proprio come quando si parla di passera. Ah, stasera si gioca.
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