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giovedì 16 febbraio 2017

La mia giornata surreale (non si indica)


Il mio tempo è per la famiglia, il lavoro, le passioni, e per il sistema a stantuffo che toglie l’aria dalle bottiglie di vino aperte. Oggi quindi giornata piena, 25% per 4 fa 100% del mio tempo, che così porzionata potrebbe sembrare una giornata surreale; stessa percentuale di ore lavorative pari a quelle passate a pompare aria? E’ proprio così e tutto nasce da quando giocavo coi dadi del Monopoli, che poi gli esperti definirono la mia vita un’evoluzione dal dadaismo. Da “L’interpretazione dei sogni” di Freud in poi si è capito che era inaccettabile il fatto che il sogno avesse avuto così poco spazio nella civiltà moderna, per questo lo scorso anno ho creduto allo scudetto malgrado voi. Per questo immagino il tempo rimpianto da quelli che al vento affidavano i mulini e non certo le parole dei Della Valle. E chiedo scusa a coloro che saluto sorridendo perché non mi ricordo chi cazzo sono mentre penso a quel 25% della giornata passato a togliere aria dalle bottiglie. Comunque tutto il mondo è paese surreale, da noi è successa una tragedia per il quattro a zero subito a Roma, a Barcellona hanno deciso di uccidere i primogeniti. E ve lo ricordate quando allo stadio si cantava “come si lavorano questi pellegrini” oppure “Zico vieni a pescare con noi ci manca il verme”, e nessuno era ancora vegano, ci sembrano irreali come il mio 25% passato a succhiare l’aria dalle bottiglie, quando invece è attualità nella sua accezione più vintage, così anche a Sanremo hanno usato Al Bano e Gigi D’Alessio come esche. Stasera saremo però finalmente tutti tifosi Viola e basta, surrealisti ed espressionisti, ideologicamente insieme a soffrire o gioire davanti alla televisione, accomunati nel magico momento della partita dalle emozioni, poi domani torneremo ad essere tifosi Viola che se ne vanno per la propria strada lasciando dietro di sé tracce di Cool Water oppure puzza di brace (gli espressionisti che privilegiano il lato emotivo della realtà), spinti a camminare tronfi dal lusso dei marchi Hogan e Tod’s o spinti dal fair play finanziario a fare la tessera della Fiom. A questo punto vorrei tanto indicare il risultato di stasera ma so che non si fa (e non mi riferisco alla scaramanzia), e se proprio devo andare in deroga allora punto il dito solo per indicare le poppe, è più forte di me, una sorta di riflesso condizionato come se volessi fermare il mondo per toccarle prima che i capezzoli puntino altrove. Credo basti.


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