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lunedì 14 dicembre 2015

Una serie di forse

L’antidoto alla sconfitta rimane la classifica. Bella malgrado la Fiorentina non abbia dimostrato la solita capacità di andare in verticale. Arroccata in un possesso palla fine Montella, che non ha partorito un tiro in porta. Lasciando Kalinic nella solitudine dei numeri primi. La squadra non ha mai cercato/trovato la profondità. Forse una mancanza di personalità, o forse piuttosto la bravura della Juve nel difendere, o forse l’errore è stato nel voler gestire quel pareggio che avrebbe mantenuto i bianconeri a 5 punti. Sta di fatto che la Juve a un certo punto è stata umile, si è abbassata senza più pressarci alti, ci ha fatto palleggiare aspettando l’errore. E’ stato allora che la partita ci ha guardato con un sorriso malizioso. Noi pensavamo di averla già conquistata. Lei invece ha fatto segno che ci spuntava una caccola dal naso. Niente è perduto naturalmente, ricordo ancora di guardare la classifica, ma se neanche quella aiuta, allora per strappare un sorriso non resta che fare a pezzi delle foto di gente allegra. O forse è proprio perché abbiamo forzato certe giocate che poi abbiamo concesso il contropiede. Alla fine forse hanno inciso più gli errori dei singoli, e non tanto l’atteggiamento della squadra. Sicuramente abbiamo sofferto sugli esterni, e poi i loro tre centrali sono sempre stati bravi nelle chiusure. Non usciamo ridimensionati, ma è da qualche partita come ho detto anche dopo la vittoria sull’Udinese che non mi sembra più la stessa Fiorentina. Scricchiolii, o forse è solo l’età a falsarmi i rumorii.  A 5 anni, quando ne senti qualcuno pensi ai fantasmi. Già a16 anni pensi alla mamma che ti entra in camera. A 30 è il momento di un ladro, e a 40 anni pensi a un menisco. Io che sono fuori categoria mi faccio coraggio tappandomi le orecchie e guardando la classifica. E per dimostrarvi che questa partita non ha incrinato le mie convinzioni, che insomma questa partita non ci ha ridimensionati, mostro un coraggio di tipo domestico, quello più difficile da mantenere. E per dimostrare il mio coraggio di tutti i giorni farò mettere il parquet in bagno. Perché ci vuole coraggio specie nelle sconfitte che fanno male come queste, per rispondere a quella voglia malsana di andare a rovistare in soffitta tra gli striscioni, tipica di certi tifosi feriti come cinghiali. Coraggio che è mancato anche ai 195 Paesi che si sono riuniti e che hanno trovato l'accordo sul clima. Ce ne fosse stato uno che avesse avuto il coraggio di dire che l'App di Meteo.it fa cacare. Voglio pensare invece, che fino all’ottantesimo stavamo controllando la partita, che era difficile trovare degli spazi giusti contro una Juve che a tratti difendeva anche in 5. E sempre usando la classifica come lenitivo, mi consolo dicendo che la Fiorentina è cresciuta molto quest’anno, almeno da non dover più recitare la poesia davanti ai parenti. Poi capita a tutti di provare imbarazzo su un colpo di testa sbagliato di Cuadrado, e non penso ne a Tata e ne ad Astori, penso all'imbarazzo di Babbo Natale quando deve portare i doni nelle case col fotovoltaico.




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