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domenica 20 dicembre 2015

Con Iakovenko no!!

Vista l’importanza di chiudere il 2015 con una vittoria spero che la squadra sia concentrata almeno come una donna quando si mette lo smalto. Sarebbe già una garanzia di successo, anche senza bisogno di diventare Buddha come invece succede alla donna. La flessione della squadra ci ha gettato in una viglia piena di paure, ci ha fatto perdere tutte quelle certezze che avevamo maturato e che ci avevano resi anche tronfi. Affrontiamo la partita contro il Real Chievo con ansia, il Bambi quando la posta in palio si fa così importante diventa nervoso, e quando diventa così nervoso degenera e caga sugli zerbini con scritto "Salve". Queste sono partite spartiacque, entusiasmanti se superate, dure come certe verità se fallite. A questo proposito (Dure verità) mi viene in mente; la pizza fa ingrassare, Babbo Natale non esiste, quelli che non potevano vivere senza di noi sono ancora vivi. Voglio vincere per continuare a credere nello scudetto, dopo che ho già smesso di credere alla Befana, al topolino dei denti, agli unicorni, ai Giga illimitati, al dormire fino a tardi, e agli striscioni del Marasma. Potrei ipotizzare formazioni, cambi di modulo, potrei fare appello all’orgoglio della squadra, al superiore tasso tecnico, ma non lo faccio. Preferisco sottolineare le parole toccanti del ministro Boschi "Io amo mio padre e se ha sbagliato deve pagare", perché mi sembra l’avesse detto anche Sabrina Misseri. Mi ha messo un po’ di tristezza quella che invece doveva essere una festa, perché alla cena di Natale organizzata alla Stazione Leopolda, Rossi non ha preso posto in nessun tavolo coi compagni, ma si è accomodato in compagnia dei magazzinieri e di Iakovenko. Dico Iakovenko!! Uno così insignificante nella storia Viola, che nella sua autobiografia è solo un personaggio secondario. Mi sembra non proprio un bel segnale (Per questo non vedo Rossi oggi della partita). Poi c’è stata la strigliata di Cognigni alla squadra per l’eliminazione in Coppa Italia, insomma il malumore è presente in società, e la paura nella tifoseria. Speriamo che tutto questo generi una reazione positiva. Ci sono dei segnali però che qualcosa non gira per il verso giusto, non solo Rossi, anche Babacar che non esulta, certe dichiarazioni del Mister, insomma come se poi non ci fosse tutta quella grande armonia nello spogliatoio che avevamo dato per scontato, e ci fossero anche sacche d’insoddisfazione tra gli emarginati. Mentre si parla di calo fisico come se fossimo i lampioni delle Cascine, loro sì costretti a stare sempre in piedi, e il problema si annidasse altrove. Che ne so, i lampioni sui Lungarni. Attenzione perché per la cura giusta bisogna avere la diagnosi corretta. Mi viene in mente una statistica che indica che sono stati 10 gli italiani uccisi dall’Isis nel 2015, mentre sono 4500 quelli morti a causa di incidenti domestici. Quindi invece di agognare tanto la sosta per fare il richiamo della preparazione, bisognerebbe bombardare l’Ikea. Non aggiungo altro, voglio i tre punti e poi resta solo da definire a chi appioppare il panettone al mandarancio e le alici marinate che inesorabilmente ogni anno qualcuno mi regala.



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