Chissà quanti di voi, sazi di dolci, scambierebbero oggi l'intera torta pur di avere la ciliegina. Da Mascherano a Zafferano. Il colombiano Fax.. Forse un nuovo Dybalaustra. Non è ancora finito l’anno, ma già ieri mattina al bar si respirava un’altra aria, o forse era dovuto solo alla contemporanea presenza di tante persone con la sciarpa nuova. Mentre mi dispiace quando vedo persone disperate che cercano il suicidio già di mattina presto con la nebbia. Disperati travestiti da ciclisti. E poi ci sono un paio di cose che non mi tornano, una è l'app del meteo che ha sempre tutto chiaro, mentre fuori non si vede una sega dalla nebbia. Devo avere la finestra guasta. L’altra è che non capisco cosa ci faccia un lunedì tra le feste natalizie. E in questi giorni di non notizie Viola ce n’è una che in prospettiva potrebbe darmi parecchio fastidio. Una sorta di concorrenza sleale. Bondi dice addio alla politica, adesso temo che possa aprire un blog per far finta di parlare di qualcosa come faccio io con la Fiorentina. Mentre in mancanza di polemiche su Cognigni, sui Della Valle, su Pradè e sugli acquisti da pezzenti, a proposito di polemiche mi chiedo se a qualcuno non è venuto il dubbio che la Mannoia non sia stata invitata solo per non far addormentare gli spettatori prima di mezzanotte. Gli abitudinari come me, e non solo perché tifo Viola da quando son nato, hanno un vantaggio in questi giorni, avere già pronta la lista dei buoni propositi per il 2016. Da almeno dieci anni. In questi giorni un po’ più spirituali ho avuto modo di fare anche delle riflessioni più profonde del solito, di quando cioè mi limito a guardare la classifica. Mi sono reso conto cioè di essere stato abbandonato da molte persone, e non mi riferisco a chi se ne è andato dal blog, ma a quelli che quando ero piccolo mi chiedevano cosa avrei voluto fare da grande. Ora che sono grande sono tutti spariti, manco una telefonata. Per parlare di cose meno tristi, bella invece l’intervista a Kalinic che pur di venire a Firenze si è ridotto l’ingaggio, mi viene da pensare a Montolivo e a quanto sia stato sfortunato. Uno che amava così tanto la nebbia da far scadere il contratto pur di andare a Milano. E ora a Firenze c’è più nebbia che a Milano. Stesso triste destino di Neto, dal quale è stato tratto il film “Natale con il Boss”. In quel caso è stato rifatto il volto come Peppino di Capri, invece che come di Caprio, per ricordare l’errore di chi ha capito “Scaldare” (La panchina) invece di “Saldare (Un patto tra gentiluomini, lui e Marotta, per far scadere il contratto). Poi ho avuto modo di riflettere anche sul ruolo dell’allenatore, sempre così precario nei nostri cuori, tanto da non permetterci di affezionarci più di tanto. Riconosciuti i grandi meriti di Paulo Sousa, ma visti i precedenti che mi hanno visto adoratore prima di Prandelli e poi di Montella, per non ricadere nello stesso errore anche con Paulo, ho deciso di entrare in una setta di tipo diverso, questa volta di adoratori del caffè. Mi affezionerò così a soggetti slegati alla logica della panchina. E il primo papa sarà Tullio Solenghi. Poi ci hanno pensato un bel po’ di ricordi ad immalinconirmi questi giorni di parenti, mi è tornata in mente nonna Zaira, e i tempi di quando le dicevo che andavo con gli amici a giocare a calcio alle Scuderie e ci preparava 11 panini. A testa. Nonna che è stata sempre la più moderna in famiglia, una modernità che faceva parte del suo DNA. Quando andavamo a mangiare da qualche parte e dimenticava la dentiera, ciucciava la coscia di pollo come un Chupa Chups.
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