Per combattere le contraddizioni di un mondo dove non spicca solo la Fiorentina in lotta per lo scudetto, ma anche quella di un Natale dove si parla sempre più di ecologia e poi si scartano i canditi, mi sono ricoperto di cioccolata. Per essere più buono. Per non pensare all’Isis. Per non pensare a tutti quelli che ascoltano Jingle Bells al contrario, perché hanno scoperto che si sente Babbo Natale imprecare per aver pestato una merda di renna. Per gli amici di Tommaso che amano il Natale solo perché mancano 6 mesi all’estate. Finalmente Natale. Lo dico perché ho sofferto tanto, tutte le volte che sono stato costretto a domandare "Si può mangiare questo? O è per Natale?", una volta aperto il frigo. E che si rivaluti una volta per tutte anche la tombola come si merita, un gioco di abilità e non di fortuna, dove vince chi rimane sveglio fino alla fine. E poi mi sono fatto glassare perché le ragazze buone ricevono i pacchi da Babbo Natale, mentre per quelle cattive c'è il mio di pacco. Ma per Natale non si può parlare di sesso, unica eccezione la confessione che ho fatto alla Rita sulla mia posizione preferita, solo perché è quella a capotavola. Oggi che saremo tutti più moderni, e che dopo il pranzo di Natale tutte le famiglie diventeranno allargate. La Rita che invece è legata alle tradizioni, per onorare al meglio la festa mi ha costretto a lavarmi le orecchie, perché sostiene che ho sempre quella cosa lì in testa. Mentre le note di Narciso Parigi sul cotton-fioc dimostrano che non è vero. E adesso che ci sento di nuovo bene, liberato da un fruscio di labari Viola che garriscono al vento, faccio un appello alle autorità perché non è smog ma sono i fritti. Mettete le ganasce ai fornelli, e non le targhe alterne. Non ci sarà la neve che fa tanto Natale, ma in compenso Firenze è talmente inquinata che i bambini di San Frediano fanno i pupazzi con le polveri sottili. Inquinamento a parte, il vero inconveniente di questo Natale è stato il dover spiegare ad un agente della stradale che quello sul sedile posteriore non era un pacco bomba, convincerlo insomma che non so incartare i regali. Adesso devo proprio andare perché ho una fame tale che vorrei avere il prosciutto davanti agli occhi. Per non vedere più tutto il male che c’è nel mondo. E non intendo solo Cognigni. Cosciente che a fine pranzo la madre dei caffè “deca” è sempre incinta, passo agli auguri. Di cuore a tutti voi. E auguri alle donne voltate che voglio guardargli il cuore da dietro. Soprattutto auguri a chi è in strada. A chi non mangerà niente. A chi avrà freddo, e a chi sarà solo.
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