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giovedì 3 dicembre 2015

Il lato positivo

Le squadre di calcio, le scuole, i quartieri, e se si parla sempre più d’integrazione la mia proposta per un Natale veramente multietnico è quella di mangiare il panettone con le bacchette, dopo il tramonto. Si al crocifisso nelle aule, allo scudetto sulle maglie, a Bernardeschi e Astori a rappresentare l’Italia a Firenze. Rimane l’amarezza più che per i pareggi, per il fatto che se rinunciamo ai presepi e agli alberi di Natale i primi a incazzarsi non sono i nostri figli ma i cinesi. Comunque sono contento che anche molti di voi siano riusciti ad integrarsi e oggi esprimono la stessa ambizione della squadra. Qualche merito voglio prendermelo pure io per essere riuscito a catechizzarvi in questi lunghi mesi di editoriali martellanti. Malgrado la vostra intolleranza a Cognigni. Malgrado Bernardeschi e Babacar non avrebbero rinnovato. Del resto vengo dalla scuola della Rita capace di catechizzarmi a tal punto che ormai i piedi sullo zerbino me li pulisco anche quando esco. E anch’io confesso di aver rivisto certe mie convinzioni, non su di voi perché lì è dura, ma di quando sostenevo per esempio che i preti non potessero dare consigli sulla famiglia perché non ne hanno una, così come i tifosi non potessero dare consigli a Sousa sul turnover perché non possono cambiare moglie. Perché è anche vero che molti ginecologi sono uomini. E a proposito di squadre sempre meno italiane, spero che la globalizzazione comprenda anche il percorso inverso, e quindi faccio i complimenti a Zuckerberg per aver chiamato la figlia "Max", e spero che la prossima possa chiamarla Ugo. Vorrei anche chiudere il capitolo “Marasma”, al quale riconosco la capacità di aver saputo sdoganare una certa letteratura da stadio, che è l’equivalente di Adele, che a sua volta è la versione musicale di Giacomo Leopardi. Pessimismo che io cerco di combattere non solo sul blog, ma anche insegnando a Tommaso come fare a cogliere sempre i lati positivi. Nel suo caso la fortuna sarà quella di lavorare fino a 80 anni. Fortuna perché a lui i cantieri fanno proprio schifo. Oggi che parliamo d’integrazione posso dire che la Fiorentina ne è un bellissimo esempio, una rosa sapientemente speziata da una proprietà che per fortuna preferisce la curcuma allo zafferano, e tifosi che sedotti dal fascino croccante delle olive all'ascolana ormai credono persino allo SCUDETTO. E quando l’integrazione funziona bene ecco che se ne riesce a tirare fuori il meglio tra l'oliva e il suo ripieno, non come il presidente del Marasma, che in concomitanza dell’esonero di Montella, ha chiesto il divorzio perché ormai era finito un ciclo. Traendone l’insegnamento sbagliato perché lei invece era solo andata in menopausa. E poi cosa ci costa sperare in un futuro glorioso? L’unico vero rischio è che a furia di aspettare ci intitolino una sala d'attesa. Il lato positivo? E’ che mentre aspetti non è raro trovarsi in traiettoria quando si piega per raccogliere il biglietto della tramvia.


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