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giovedì 24 dicembre 2015

Attenti a Pepito di Capri

A volte, penso, ma poi passa. E quando mi succede tendo a tranquillizzare il prossimo. Come quando ho detto a Miss Colombia che l'avrei consolata io. Poi penso a Hemingway quando diceva che la cosa più rara che conosceva era la felicità nelle persone intelligenti. Penso cioè che anche noi scemi non siamo felicissimi se non vince la Fiorentina. E così un giorno forse capiremo anche perché se indossano il berretto gli altri sembrano Beckham mentre tu diventi Joe Pesci in “Mamma ho perso l'aereo”. Che è Natale poi lo si vede non solo dal calcio mercato in piena bagarre, ma anche dal fatto che la gente apre il proprio cuore. La mia vicina malgrado sia un cesso, in questo periodo ogni giorno trova un benefattore che la tromba. Per lei sarebbe meglio (anche se a rischio infiammazione) che fosse sempre Natale, per me invece no perché ci vorrebbe la quattordicesima e anche la quindicesima. Al Bambi ho rivolto la stessa raccomandazione, quella cioè di sfruttare al massimo quei pochi istanti nei quali madre natura ci permette di riflettere. Gli ho detto che prima di pensare che sia quella giusta, di pensare a quante partite della Fiorentina sarebbe disposto a rinunciare per lei. Lui è tranquillo perché la sua nuova relazione con la ragazza del lampredotto al Mercato Centrale è cominciata con lo spirito giusto. Facilitata dal fatto che la precedente ragazza gli aveva lasciato una lettera di referenze. Mentre io sono sempre più convinto che non la ama, ma che ci si è fidanzato solo per poter rispondere “Eccola” alla domanda “E la fidanzata?” dei parenti al pranzo di Natale. Sospetto anche che non ci s’innamori volontariamente per vincere a carte durante le feste. Per questo motivo se vivesse in un telefilm americano, i disagi del Bambi sarebbero intriganti e apprezzati dai fan. Non è giusta questa vita in carne ed ossa per lui. E’ vigilia, e intanto corrono, le voci di mercato corrono. Ed io starò qui a vedere quando inciamperanno in una verità, mentre ancora devo decidere cosa fare a Capodanno dell'anno scorso. Una raccomandazione, state attenti alle assonanze, ai nomi simili, alle finali che potrebbero provocare eritemi o gioie ingiustificate. La mirra con Mirri, essere vicini alla prima in classifica, e non Ficini, Jennifer e non Lisandro, lo spot cinematografico del boss che vuole rifarsi la faccia come DiCaprio e invece gliela rifanno come Peppino di Capri è emblematico. E se ancora Gomez dovrà essere che sia Papu questa volta. Perché si fa presto ad equivocare e poi ci si rovinano le feste per niente. Basta una sola lettera. Quella sottile differenza che c’è tra un attacco epilettico e togliersi la giacca in auto.





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