Mi sono svegliato a Chianciano con la brutta sensazione che Dio abbia visto che in settimana ho lasciato al Bambi tutte le albicocche ammaccate. Il quale però mi ha confessato che le 50 mila lire che gli dava la nonna non l’ha usate sempre per il gelato. E da quando il calcio è un po’ uscito dal mio cono visivo, meglio quello Algida, più classico, sono emersi altri aspetti come pensare a quanto tempo ho passato della mia vita a sparecchiare, e che sono nato per fare colazione al bar. The last but not the least c'è anche che il nulla si è appropriato di tutto. Poi devo confessare che vi leggo ma che senza mascherina non vi riconosco più. E mentre la Rita rendeva grazie a Dior, io leggevo il menù dal Vangelo secondo Peroni. Ieri sera mentre andavo a cena mi sono immaginato tutti gli italiani prima del fischio d’inizio inginocchiati davanti alla finestra, ma poi ho temuto che dallo spazio l’Italia sembrasse un unico grande paese in ginocchio. Ma alla fine l’Italia s’è Delta. So che alcuni erano indecisi se sperarci e poi rimanerci delusi o rimanerci delusi e basta, io mi sono limitato a prenderne atto quando sparuti gruppetti di tifosi si sono riversati in strada dando il via a caroselli di gioia che hanno riacceso una disperata serata chiancianese. Strombazzando neanche fosse Bagdad. Ai delusi posso dire che è luglio e che ora arriveranno anche quelli che ti chiedono “dove vai in ferie?” solo per dirti che loro andranno in un posto molto più bello. Rimane che a volte scrivo e penso almeno ti pagassero, o forse il calcio in questa sua fase di gioco non è abbastanza bello per essere così noioso. Ci vuole molta fantasia per non farsi abbattere, forse per questo quelle tende svolazzanti mi sono sembrate subito delle grandi poppe. I 32 minuti sono resistiti ancora, ma dopo aver raschiato il fondo del barile Europeo oggi non ho più niente da mostrare che mi piacesse. Più in qua forse una semifinale.
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