Forse ci sarebbe voluto Pizzul, lo dico mentre penso al decimo e non a quei nove dentisti che raccomandano lo spazzolino, a quel decimo che un po’ è come noi tifosi Viola che non ci va mai bene un cazzo. E non penso solo a Rocco, penso a tante altre cose per non pensarci. Alberto Rimedio, gli altri giornalisti positivi, gli isolati, e quel “Siam pronti alla morte, l’Italia chiamò!” preso troppo alla lettera. Al Bambi prima di partire per Piombino ho intimato di non mettere in atto quella protesta assurda, tirare fuori lo striscione dalla finestra di via Santa Maria con scritto “vogliamo la terza dose” sarebbe troppo ridicolo, minacciandolo, nel caso, di portarlo a San Patrignano. Detto di Berrettini che conosce il diritto meglio di qualunque avvocato, saranno comunque due finali street food; pizza contro fish and chips. Strane sensazioni, gara di nuoto, finali, poi se chiudo gli occhi posso sentire i ghiacciai sciogliersi. Ricordo quando ancora ingenuo cercavo le soluzioni, oggi con la giusta maturità trovo una complicazione a ogni problema. Anche come poeta sono agli sgoccioli, ultimamente la Rita mi ha chiesto di leggergliene qualcuna mentre si dava l’Autan. Poi ho sostituito le poesie con frasi romantiche, ultimamente le ho sussurrato “temperature più basse”. Sono un grande disilluso ma so anche che ho ancora molto da imparare.
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