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mercoledì 2 dicembre 2020

Voce onomatopeica


Non c’è solo la Serie B per cui dover tenere duro, presto torneremo anche a darci abbracci finti. Posso rassicurare però i vostri cari dicendo che a seguire il blog in maniera discreta c’è pure una mia cara amica, ma soprattutto brava psicologa. E quest’anno l’albero lo facciamo con tutte le palle che ci racconta Rocco. Continuo ad aver fiducia malgrado gli italoamericani e soprattutto dopo aver visto Report. Io su come andrà a finire mi sono fatto un’idea, e a scanso di equivoci mi tengo pure lo scontrino. Intanto per stare in pace con la coscienza ieri notte sono andato a distribuire coperte e pasti caldi a coloro che hanno 500.000 euro in banca. A me sembra che questa situazione ci si stia ritorcendo contro, mi spiego meglio; avevamo così tanta fretta di mandare via i marchigiani che abbiamo venduto l’anima al diavolo, e quello ce l’ha restituita nei termini previsti dalla legge. Purtroppo la nostra difesa è aperta malgrado il DPCM, figuriamoci ora che torniamo arancioni. Non so, delle volte basta anche una sola lettera e dalle braciole ti ritrovi le briciole, oppure qualcuno ci dovrebbe spiegare perché la carta da parati non è stata chiamata carta da pareti. Del resto la vita del tifoso Viola è spesso fatta a scale, dei giorni organizzi di autocommiserarti al buio ascoltando i Pink Floyd, ed altri ti ritrovi in un domani in cui non c’è più la conta dei morti giornalieri, ma un bollettino di neonati. Forse Joe agisce come il Bambi che ha comprato il cestino con il coperchio che si apre quando ti avvicini, e purtroppo non lo può tenere sotto il lavabo perché quando chiude l’anta si apre il coperchio e non si chiude più. Sarà lo slang broccolino-newyorkese, sarà l’okkey, saranno i soldi che non sono un problema, ma se pensiamo a una voce onomatopeica che imita il rumore sordo prodotto da una reiterata e bonaria pacca sulla spalla, quel “pat pat” per il tifoso Viola si trasformerà in pat-trimoniale sulla passione.

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