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mercoledì 30 dicembre 2020

Senza complicate metafore


Oggi passo dal Galanti a vedere se trovo qualcosa di sfizioso per domani sera. Non so se può interessarvi di più il fatto che da piccolo sognavo di fare uno di quegli uomini appesi dietro il camion della nettezza, mi aveva sempre dato un senso di libertà, poi hanno inventato i cassonetti, e niente, eccomi qui. Oppure se può interessarvi del socialista Andrea Bertazzoni che fuggì in URSS nel ‘32, aprì un caseificio pensando di far conoscere il gorgonzola ai sovietici. Le striature verdi del formaggio non piacquero però a un maggiore del NKVD che lo accusò di sabotaggio social-fascista e congiura trotzkista. Non comprerò formaggi dal Galanti. A chi ha spirito imprenditoriale, invece, consiglio di aprire una vaccineria. In questi tempi di pandemia la foto serve per ricordare il tempo delle mele. Da non confondersi col tempio del male nel quale è stata girata la prima stagione di Fargo. C’era anche un tempo in cui quando si facevano la coda di cavallo il significato era abbastanza chiaro, oggi ho visto farla per mangiare una fetta di pandoro al cioccolato. Oggi che parla Rocco. Nel frattempo il Bambi mette il ketchup pure sulle paranoie, mentre io continuo a farmene quando prenoto la spesa con la app e vorrei spiegare all’anziana signora che non sono un raccomandato. Piace l’Etna Rosso ma piacciono anche le parole che spiegano bene il concetto senza complicate metafore e senza lasciare alcun dubbio. Tipo ceppicone. Comunque adesso non importa più cosa vien detto di Pioli, l’importante è dirlo ben distanziati e con la mascherina. Per tutto ciò premesso dico, e poi chiudo, che gli animali sono meglio delle persone, però dipende molto anche dal soffritto. Tra carne e attaccanti argentini, per domani ho scelto i gamberi.

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