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lunedì 14 dicembre 2020

Il rischio serio


La differenza tra Dusan e Duvan è tutta in quella lettera lì, una sta per “sconfitta” e l’altra per “vittoria”. E poi non si è mai visto un centravanti di colore da una parte, e uno bianco sul tabellino dei marcatori dall’altra. Del resto quello bianco va in bianco da oltre due mesi, quello nero quando non risulta andare in gol significa solo che lo fa in nero. E qui se non si continuasse a sostenere che Pelé è bianco sarebbe il caso di sottolineare quando Vlahovic non veniva utilizzato e allora lo si indicava come la grande soluzione interna, frustrata solo dall’incompetenza di turno in panchina. Naturalmente quelle sicurezze oggi franate sulla miseria del suo rendimento, quello di un centravanti asintomatico, si sono frettolosamente nascoste sotto il tappeto, e dimenticate, ma non lo schema, che lo si cerca di replicare con Montiel nuova facile soluzione non dimostrabile a costo zero. Di fatto non abbiamo un centravanti maturo per ricoprire quel ruolo in Serie A, gli assenti hanno sempre ragione, e soprattutto a noi tifosi non ci rimane, dall’alto della nostra scienza, che dare di ceppiconi agli altri. Ma tanto Pelé è bianco, quindi sarà meglio analizzare ciò che è oggettivo, e non ciò che non essendo dimostrabile ci permette di giocare a Renato l’allegro allenatore mai esonerato, quindi diciamo che Prandelli in 4 partite ha racimolato un punto in casa al 348° contro la penultima. Insomma possiamo dire con una certa quantità di indizi che non sia nemmeno lui quell’altro allenatore con cui andare in Champions. Mentre ai 13 milioni di stipendio dati a Ribery e Callejon l’Atalanta risponde con il primo gol stagionale di Toloi e Malinovskyi (aspettavano noi, così come Improta per il primo in Serie A) senza Ilicic e il Papu che equivale a quando i più forti giocavano ai campini sotto casa con uno in meno. E sempre per rimanere su l'oggettivo, in questa situazione ho fatto uscire il poeta che è in me e l’ho iniziato al bricolage. Ora Sassuolo, Verona e Juve per uscire dalle sabbie mobili, con la colonna sonora dei rutti da Oltreoceano. Se poi crediamo ancora che con il prossimo allenatore lottiamo per la Champions il rischio è che se cade Conte il prossimo Premier potrebbe diventare Di Maio.

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