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giovedì 4 maggio 2023

Si fa presto a chiamarla fase difensiva, piuttosto farsa


Mi ero dimenticato di dirvi, prima di questa partita naturalmente, che il fiume Viola contro la Samp non ha letto le notizie sulla siccità, e ha tracimato facendo di testa sua. Ma siamo già oltre, oltre i mortaretti scoppiati nella notte per disturbare il sonno Viola. Siamo al burro di malga di una difesa che frana più del monte TOC sul Vajont. Siamo ad una capacità di fare filtro pari a certi culi spanati di ragazze d’Oltrarno che non si facevano mancare niente. Personalmente per dare un po’ di colore a questo risveglio grigio da imbarcate difensive ho girato nudo per casa con il gilet ad alta visibilità dell’auto. E per quanto riguarda il ceppicone corre voce che oltre a Ibra, e per il pareggio in extremis di ieri con la Cremonese, sia stato dotato di intelligenza artificiale. Il nostro tre a tre ha di positivo il carattere dimostrato per averla sempre voluta riprendere. Jovic? A me dà l'idea di quel mito greco che parla di un tizio greco che ha comprato una centrifuga convinto che avrebbe fatto un sacco di succhi di frutta, ma poi ha scoperto che la doveva pulire. Jovic è un po’ così, non ha tanta voglia di sbucciare la frutta, figuriamoci di rincorrere il pallone. Terracciano mi ha lasciato un po’ perplesso, anche se niente è più lo stesso dopo l’ingaggio di Viviano grazie al quale avevo cominciato a credere alla reincarnazione a km zero. E quando il cielo non è stellato perché le nuvole della tripletta di Dia si addensano sopra le nostre teste di minchia difensive, ecco che allora il telescopio può essere usato per guardare quella gran passera della vicina che si spoglia. Perché la felicità si riconosce proprio dal rumore che fa andandosene dopo aver concesso ogni amplesso all’attaccante dal grande riflesso che il difensore ha fatto fesso, e gli automatismi di reparto buttati nel cesso. E come deodorante per il cesso un bel po' di pessimismo da spruzzare sulle finali di coppa.

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