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mercoledì 24 maggio 2023

Portiamola a casa


Ci siamo. Ci vorrà il giusto mix per non risultare tali da essere tagliati con un grissino, e neanche troppo duri di menta. Rimane forte la premessa di Ettore detto “il selettivo”, quando dice che le napoletane e le interiste sono le più fiche di tutte, ma che le juventine e le milaniste non sono da meno, come le Viola, romaniste e laziali del resto, e così via fino alla Serie C. Il Bambi non teme la partita e l’affronta a petto in fuori come quando sentiva la sabbia di Santa Croce con la maglia dei Bianchi, e per fare forza anche alla compagna ha dato l’esempio lasciando volutamente il giubbotto a casa, che secondo lui  è stata la prima decisione rischiosa della giornata. E tutti i consigli in tema di calma e gestione dell’ansia li userà nell’insalata di riso. Stasera che la routine esplode, che magari il mondo del “mai una gioia” finirà a pezzi, che di un’esistenza di tifo sottotono rimanga solo qualche pallone in fondo alla rete dell’Inter, e poi palloni oltre la traversa di Terracciano sparsi nel silenzio di un villaggio Viola nel lontano mare della speranza, un’istantanea dai Viola presenti nel Mondo, nei mattoni rossi di una casa nella periferia della passione. Per godere è sufficiente che sia una finale bella come Grace Kelly in Rear Window diretto da Alfred Hitchcock nel 1954. E che possa  l’Inter da quella finestra sul retro guardare la nostra felicità. Poi una volta vinto metterò questa gioia in vasetti di vetro da tirare fuori nei momenti bui del Viola Park.

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