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lunedì 24 gennaio 2022

Morale della favola


Dovevamo confermare quanto di buono visto fino a qui, e invece abbiamo preferito mettere in risalto il gioco di ombre. La mancanza di Vlahovic l’ha decisa il tampone, così come Saponara che risulta superiore a chi è sceso in campo ieri, la tecnica del chiaroscuro, invece, il tecnico che propone l’ombra di Castrovilli e Ikone spaesato come un cigno in superstrada. Mettici l’errore dal dischetto, Gonzales che non incide, Piatek spuntato, Odriozola dr Jekyll e mr Hide, vedi i legni e il rigore sbagliato dal Cagliari ci è andata pure bene. Qualcuno dirà che Gonzales però lotta, rincorre, è tignoso, insomma non proprio l’identikit del giocatore pagato quasi 30 milioni. Mi accontenterei di qualcosa di meno accattivante del giocatore generoso a favore di quello che fa qualche gol e/o assist in più. Bravo Terracciano a tenere viva la Fiorentina e menomale Sottil anche fosse solo per premiare i giocatori che sanno collocare la Sardegna tra le isole. Di buono solo averla recuperata in inferiorità numerica, il resto è da mettere tra le delusioni Venezia, Empoli e Torino. Il retropassaggio di Biraghi non sfruttato da Joao Pedro, esposto nella galleria degli orrori accanto a quello di Callejon a Torino, la dimostrazione che la squadra ha apprezzato di più il mirto che sfruttato l’occasione offerta dalla pandemia. Insomma, un palo, una traversa, un rigore sbagliato, un gol, è quanto concesso a una squadra di quarantenati allenata da un bollito senza nemmeno la salsa verde. E diciamocela tutta, per mettere d’accordo Ikone e Gonzales non è sufficiente Italiano, è indispensabile Maria De Filippi. Se a Ikone bisogna dare il tempo necessario per ambientarsi, per adesso la qualità migliore di Nico sembra quella di portare a spasso il pallone senza usare il guinzaglio, e prendere atto che fa meno gol di un centrale difensivo scarso. La bagarre che si è scatenata alla fine, lo scontro fisico, terreno favorevole al Cagliari e sul quale non dovevamo scendere, ha avuto almeno il merito di riportarmi alla mente le suore dell’asilo di via dei Serragli, di fatto il braccio violento della religione. Insomma la delusione, almeno per me, viene soprattutto da quei giocatori per i quali mi aspetterei la capacità di fare la differenza. Morale della favola senza Vlahovic non è affatto una favola.

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