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martedì 25 gennaio 2022

Aureliana di Avetrana

Nella ricerca del sostituto di Vlahovic chiedo ai nostri dirigenti di non fare come i politici che ci hanno messo solo 7 anni per pensarci. E non pretendiamo che ci abbiano ragionato seriamente sul nome del nuovo Presidente della Repubblica. Per entrambi i ruoli il mio candidato ideale sarei io ma non lo voterei. E quando se ne andrà, a Dusan canterò “E invece tu/Tu non mi lasci via d’uscita/E te ne vai/Con la mia storia tra le dita”. Poi temo che la pandemia sarà solo un dolce ricordo. Visto Aureliano, e vista la sosta che consentirà designazioni più ponderate, la prossima dei Viola sarà quasi sicuramente arbitrata da Misseri. Per cancellare il Buendia degli arbitri dalle nostre recriminazioni non ci rimane che guardare Sanremo. A proposito di sostituti se togli Cheope e ci metti Piatek, la piramide di Cheope diventa la piramide di Piatek, e a quel punto la distanza dalla Terra alla Luna diventa esattamente 1 milione di volte la piramide di Piatech. E questo ci deve spiegare il polacco. Poi ci sarebbero gli esterni con i piedi invertiti, e non ultimo quando nei film americani i poliziotti rovesciano il bidone della spazzatura sul tavolo per trovare le prove, senza pensare alla donna delle pulizie che aveva appena pulito. Comunque a non essere lì a inveire contro i poliziotti gli ha risparmiato un cartellino giallo di Aureliano. La solita talpa dello spogliatoio ha rivelato il contenuto delle spiegazioni che ha dato Aureliano dopo l’assegnazione del rigore, secondo il mammifero soricomorfo informato sui fatti, non tutta la colpa sarebbe di un’interpretazione creativa del regolamento, o meglio lui avrebbe detto subito a Odriozola che aveva voluto essere ironico fischiando, che insomma quel rigore era solo una battuta, ma a quel punto lo spagnolo piccoso e pignolino l’ha presa male dicendogli che frasi come “ero ironico” e/o “era una battuta” hanno rotto le palle, e che sono come le 4 frecce quando ti fermi, nel senso che basta metterle e uno pensa di poter fare come cazzo gli pare. Non avendo il giocatore accettato le spiegazioni con sportività, a quel punto l’arbitro non ha potuto far altro che confermare il rigore ed espellere il giocatore per aver pronunciato frasi volgari.

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