E’ in vendita all’asta da Sotheby's “L’impero delle luci”, oltre ad avere la possibilità di comprare un capolavoro di Magritte (magari la notizia vi era sfuggita e quei soldi li avevate accantonati per i saldi), a prescindere dall’interesse o meno del possesso dell’opera, il dipinto rappresenta in maniera molto fedele la situazione della Fiorentina all’interno della partita con il Napoli, e/o quella tra la partita col Torino e sempre quella col Napoli, perché “L’impero delle luci” riunisce due elementi fondamentali della vita quotidiana, o per metafora i momenti belli e quelli meno belli: il giorno e la notte. Le dimensioni 114,5 x 146 rappresentano i tempi supplementari. La notte che è calata su Spalletti e Drugowski, il giorno sul passaggio del turno, sul primo gol di Piatek. Una tela paradossale come l’intervista di Rocco al Financial Times. La notte su Airoldi che ferma Ikonè lanciato a rete, il giorno del riscatto dopo l’imbarcata di Torino. Giorno e notte ma anche da una parte il mondo senza tempo e dall’altra il bisogno dei tempi supplementari per randellare il Napoli. Il tema di questo dipinto ripetuto in tre tele (una è al Peggy Guggenheim di Venezia) sembra volerci dire che non c’è due senza tre, naturalmente penso subito al terzo scudetto. La contemporaneità del giorno e della notte è poesia della ripartenza, del ribaltamento di fronte, dello svantaggio che diventa vantaggio e viceversa. La dicotomia che diventa una dicolamia, enigmatica e sconcertante come la prestazione di Drago, ma allo stesso tempo un potente antidoto contro il torpore indotto dal pensiero convenzionale, ovvero che la squadra più forte vince e quella più debole perde. Quel pensiero libero, quella pura poesia che all’opposto ritroviamo nel volto livido di rabbia del povero Spalletti.
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