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sabato 15 gennaio 2022

Dicotomia


E’ in vendita all’asta da Sotheby's “L’impero delle luci”, oltre ad avere la possibilità di comprare un capolavoro di Magritte (magari la notizia vi era sfuggita e quei soldi li avevate accantonati per i saldi), a prescindere dall’interesse o meno del possesso dell’opera, il dipinto rappresenta in maniera molto fedele la situazione della Fiorentina all’interno della partita con il Napoli, e/o quella tra la partita col Torino e sempre quella col Napoli, perché “L’impero delle luci” riunisce due elementi fondamentali della vita quotidiana, o per metafora i momenti belli e quelli meno belli: il giorno e la notte. Le dimensioni 114,5 x 146 rappresentano i tempi supplementari. La notte che è calata su Spalletti e Drugowski, il giorno sul passaggio del turno, sul primo gol di Piatek. Una tela paradossale come l’intervista di Rocco al Financial Times. La notte su Airoldi che ferma Ikonè lanciato a rete, il giorno del riscatto dopo l’imbarcata di Torino. Giorno e notte ma anche da una parte il mondo senza tempo e dall’altra il bisogno dei tempi supplementari per randellare il Napoli. Il tema di questo dipinto ripetuto in tre tele (una è al Peggy Guggenheim di Venezia) sembra volerci dire che non c’è due senza tre, naturalmente penso subito al terzo scudetto. La contemporaneità del giorno e della notte è poesia della ripartenza, del ribaltamento di fronte, dello svantaggio che diventa vantaggio e viceversa. La dicotomia che diventa una dicolamia, enigmatica e sconcertante come la prestazione di Drago, ma allo stesso tempo un potente antidoto contro il torpore indotto dal pensiero convenzionale, ovvero che la squadra più forte vince e quella più debole perde. Quel pensiero libero, quella pura poesia che all’opposto ritroviamo nel volto livido di rabbia del povero Spalletti.

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