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venerdì 21 luglio 2017

Sono come i giapponesi, uso il gesto dell'ombrello per ripararmi dal sole



Fate molta attenzione, non cadete nel tranello di chi il calcio mercato lo ha inventato seguendo la stessa logica con la quale, sempre gli adulti, hanno inventato i compiti delle vacanze in un moto d’invidia per la spensieratezza estiva dei bambini. Non fatevi coinvolgere e pensate prevalentemente alla passera, in second’ordine alle poppe (dalla terza insù) e in ultimo al cocomero fresco mangiato senza coltello. Quindi non dovete credere neanche alle promesse degli uomini di mercato, l’unica promessa a cui fare ciecamente riferimento è quella che viene dal profumo del soffritto. Corvino insegna. Il corpo umano è una macchina perfetta ma non è fatta per sopportare le dinamiche meschine del meretricio, delle bufale, e degli intrecci che avvengono tra una trattativa e l’altra. Così come quando trasporti la minestra nel piatto per servirla a tavola e ti viene da starnutire. Considero una grande sconfitta l’ormai irreversibile prevalere delle puttanate del calcio mercato rispetto ai nobili pensieri miei, per non parlare di quelli di Cognigni. Basta uscire dai margini di errore e mettersi a colorare un mondo bellissimo fatto solo di grandi prime punte e numeri 10 senza tatuaggi. Insomma, quando prima di morire mi passerà tutta la vita davanti in 10 secondi, nove saranno immagini di poppe grosse, solo una di un calciatore che si mette la mano sul cuore. Sono così approssimative le notizie di mercato che stento a credere che siano vivi i giornalisti che le pubblicano. Il caldo non può certo farci paura, i sogni  li conserviamo nel cassetto del freezer. Ai giocatori con la valigia, con o senza compagne, noi di San Frediano facciamo addirittura la statua proprio per renderli trasparenti. E in modo che i piccioni possono cacarci sopra. Alla fine della giornata di ieri, laggiù in fondo a un pensiero rimasto attardato perché non capiva come certe poppe potessero sfuggire alla forza di gravità, mi è passata davanti la Google Car. Se andate a fare uno Street View di via dei Serragli all’altezza del giardino Torrigiani, quello che fa il verso dell’ombrello ai giocatori che se ne vogliono andare dalla Fiorentina sono io.


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