Kalinic abbandona il ritiro, si dice per forzare la mano. Tatuaggi, procuratori, Wande Nara, stabilimenti fascisti per uomini neri. Il calcio ai tempi di chi accarezza il tifoso come il vento accarezza le bottiglie vuote di Wc Net nelle discariche abusive. A quei tifosi che pensano positivo, ovvero che solo a Firenze brucia la terra sotto i piedi dei giocatori pur non essendo quella dei fuochi, consiglio di leggere il libro di Renzi dove alla fine moriamo tutti di fame. Il tifoso Viola soffre per vocazione, e quando non è per una manovra scorretta di Corvino è perché gira scalzo per casa con il pavimento disseminato di Lego. Chi non ha figli in età di costruzioni ha comunque il vicino che suona l’oboe. Mai una bella passera. Secondo la Fiorentina Kalinic ha lasciato il ritiro per un problema familiare, per la Questura mai avrebbe lasciato il ritiro. Intanto in Antartide si è staccato un iceberg, secondo quelli del mobbing, grande come le balle di Corvino e della Società. Il tifoso Viola che pensa positivo intanto aspetta che arrivi finalmente l’acquisto che fa la differenza, poi improvviso parte il mercato così come sembra quando si muove il treno a fianco, e invece è fermo. La differenza sostanziale è che mentre due donne trovano affinità, diventano inseparabili, litigano e non si parlano più, i tifosi Viola maschi ancora non hanno finito di confrontarsi su Borja Valero (ma alla fine la soluzione si trova). Attimi che durano una vita, vite che durano attimi. Stronzate che durano il tempo di un comunicato.
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