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mercoledì 5 ottobre 2016

Sesso, droga e frutta di stagione


Il titolo ci dice che certi muri invece parlano, mentre la barba sale e pepe con cui esco la mattina l’ho tratta da una sceneggiatura di Sean Connery. Il Bambi è un soggetto che mi ha ispirato Walt Disney, quando invece corro perché sono in ritardo, non faccio altro che scimmiottare un noto personaggio di Sidney Salkow. Anche se ho capito che a quelli dai quaranta in su da noia tutto questo, così come quel calcio che non ha più le maglie da 1 a 11. E’ questione di vecchiaia interiore, identificazione dei meccanismi dell’invecchiamento, tema che ho saccheggiato dalla tesi di laurea online di un amico diventato gerontologo. E anche per il Bambi leggere numeri sulle maglie che arrivano al 99 è un autentico supplizio, sintomatologia tipica di chi non ama le rose lunghe. Così come non ama la moda perché ritiene che lo stilista sia solo uno che ricicla capi d’abbigliamento. Non ama le persone che somigliano a qualcun altro, odia i cuochi bravi a cucinare cose per cui già c’erano stati altri più bravi di loro a nascere prima. E a niente vale il miserabile trucchetto di aggiungere degli ingredienti preziosi come il tartufo per non far capire che già altri avevano cucinato l’uovo prima di loro. Non ama il doppio passo, il doppio senso (mentre invece adora i sensi e soprattutto i figli unici), non sopporta il doppio concentrato di pomodoro per non parlare del triplo. E odia il doppio gioco perché evidenzia il suo limite nel non riuscire a seguire più di una partita per volta. Figuriamoci se ama la Pop Art americana, intendo quella della cartella del ‘67 di Andy Warhol contenente addirittura 10 serigrafie su carta con i volti di Marilyn. Per lui sono solo dei poster. Allora gli avrei voluto parlare di Menard, ma alla fine ho preferito proporgli di nuovo (era il 26 dicembre 2011 agli albori del blog) un esercizio di stile (Raymond Queneau) per introdurlo quantomeno alle variazioni sul tema. Erano i giorni di Vargas e Kharja.

Testo originale:

Sulla S, in un’ora di traffico. Un tipo di circa ventisei anni, cappello floscio con una cordicella al posto del nastro, collo troppo lungo, come se glielo avessero tirato. La gente scende. Il tizio in questione si arrabbia con un vicino. Gli rimprovera di spingerlo ogni volta che passa qualcuno. Tono lamentoso con pretese di cattiveria. Non appena vede un posto libero, vi si butta. Due ore più tardi lo incontro alla Cour de Rome, davanti alla Gare Saint-Lazare. E' con un amico che gli dice: “ Dovresti far mettere un bottone in più al soprabito”. Gli fa vedere dove (alla sciancratura) e perché”.

La mia versione:

“Sulla Cayenne, senza neanche traffico. Un giocatore Viola di circa ventinove anni, capello floscio con la passata di Montolivo al posto del nastro, fisico troppo grasso, come se l'avessero gonfiato. La macchina si ribalta. Vargas da la colpa al cugino. Gli rimprovera di aver spinto troppo sull’acceleratore. Tono peruviano, con pretese che gli si creda anche. Non appena vede una bottiglia di birra, vi si butta. Due ore più tardi lo incontro al McDonald's, davanti alla stazione di Santa Maria Novella. E' con Kharja tornato da Milano in treno che gli dice: “Dovresti usare un po di più il destro”. Gli fa vedere, imitandolo, dove colpire la palla e perché”.

No, non esistono universi paralleli per me”, mi ha risposto, aggiungendo che la sua mente è troppo schematica per sopportare tutto ciò, e che la numerazione delle maglie è niente a confronto di quando va in gelateria, chiede cioccolato e crema, e invece gli viene servito crema e cioccolato, che per lui è solo un tentativo squallido da parte del gelataio di mostrare estro inesistente sfruttando la sua idea di combinazione dei gusti originale.

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