La mia ultima esortazione in ordine di tempo al Bambi in procinto di andare a vendemmiare è stata quella di lavarsi i piedi. Ne guadagneranno le nostre prossime degustazioni con sentori di calcagni d’Oltrarno, magari mentre disquisiremo se era meglio Hagi padre. Sarà stata forse la prospettiva di un ottobre in vigna, oppure l’invito ad andare a vedere “Scusa Ameri”, la storia dello scudetto perso nel ‘82, che il Bambi si è incanalato verso la solita deriva del “si stava meglio quando si stava peggio”. Dopo avergli detto che parlava come un vecchio, ha tenuto a precisare che si riferiva solo a quando i biglietti dell’autobus erano perfetti per i filtri. Mentre del presente trova perfetto Sanchez come filtro di centrocampo. Ottobre problematico è un concetto che vale anche per quelle ragazze che battono i denti, è arrivata insomma l’ora di mettersi le calze. Che in certi casi coprono anche la cellulite. Malgrado ottobre il Bambi avrebbe tutte le buone intenzioni del mondo, spegne persino il telefono prima di entrare in vigna facendo finta di essere un uomo libero, poi quando fa buio e riemerge dai filari lo riaccende per capire in quanti se ne sono accorti. Ma non l’ha cercato nessuno. E’ un momentaccio per lui, e la sosta per la Nazionale dopo la sconfitta di Torino non aiuta, così la movida d’ottobre trova la sua massima espressione quando apre il frigo e si versa un prosecco Toso. Devo dire che anche per me è diventato un problema serio quello della sosta, non è solamente che se vinci la partita prima dello stop hai paura che l’interruzione possa incidere negativamente sul momento favorevole, e se invece perdi devi gestire la delusione per quindici giorni, perché oltre a tutto questo c’è anche la preoccupazione che i tuoi giocatori vanno in giro per il mondo con le proprie nazionali a farsi infortunare. Poi è come quando “l’ozio è il padre dei vizi”, stai lì senza Fiorentina con lo sguardo fisso sulla natura morta dipinta da tuo suocero geometra, e se non hai la fortuna di andare a rovinarti alle slot per tenere la testa lontano da idee malsane, e dall'Ikea, puoi andare incontro al malessere di chi si risveglia da un anestesia. Perché senza calcio ci ritroviamo nel terreno dell’ignoto a fare i conti con il nostro smarrimento. Io in questi giorni di divano e natura morta del suocero ho rimuginato molto e alla fine penso di aver trovato una soluzione utile all’intera umanità. La devo ancora mettere a punto, ma tanto ho ancora 10 giorni di astinenza da calcio per pensarci. Mentre la Rita scuote la testa perché lei la assaggia senza bisogno di guardare l’orologio. Si tratta sostanzialmente di rendere molto più visibile il tempo di cottura sulla confezione della pasta.
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