Posso accettare tutto, si, anche uno striscione che non apprezza appieno le frequentazioni di Mastella, ma non vi sognate di fare beneficenza con la pancetta affumicata. Croce edilizia. Di un mercato e di una tragedia. Non ci voglio più pensare, d’ora in poi tutto quello che scrivo avrà solo i sentori del Bianco di Pitigliano con tappo a vite, così radical chic, e i profumi della macchia mediterranea, in attesa della cessione di Kalinic non appena Aurelio avrà finito la partita a scopa con Lotito e presenterà finalmente un’offerta al ribasso. Naturalmente anche in trepida attesa della schiusa delle uova di una Caretta Caretta qui sulla spiaggia della Graticciaia. Insomma, non accettate striscioni dagli sconosciuti, e non ascoltate voci inventate da giornalisti che scrivono peggio di quelli degli striscioni, lasciatelo lavorare Corvino, per criticare ci sarà tempo quando avrete 80 anni, il cappello e le mani dietro la schiena. Del resto c’è chi fa il verso ai giornalisti veri e chi ai bobby, so’ ragazzi. Pensate al mare che è una cosa bella davvero, pensate a certi culi che vedi passare sulla spiaggia, e che lo sono ancora di più. Poi la Rita mi ha fatto presente che era quello di un uomo. Allora che schifo. Visto che Juve e Napoli intanto hanno vinto dico cose scontate, come quella che vivo il mare e la Fiorentina in maniera molto tradizionale, mentre qua sul blog altri hanno vedute meno conformiste, più allucinogene, come chi, quando la sabbia scotta, se ne frega perché in realtà è in vacanza ad Amsterdam. Forse la passione bisognerebbe viverla proprio come loro. Poi Pedullà & Co hanno spiegato con l’aiuto di un sismografo, che l’acquisto di Cristoforo dal Siviglia è stato come un terremoto, e quindi non prevedibile. Un po’ come gli striscioni che appaiono sempre di notte. E a proposito di malpensanti c’è il Pizzichi (non è lui comunque che ha scritto lo striscione perché è alle spiagge bianche, e a questo punto neanche Antognoni), che sa di una lesbica a cui piace tanto l’amatriciana, e quindi sa anche di chi è la colpa. Non c’entra niente il cemento.
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